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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Riviere

Padova nel Medioevo: Ponte San Giovanni e l’efferato omicidio di Jacopo da Carrara

Tra le quattro porte regales delle mura medievali di Padova, di cui oggi ci rimangono solo Porta Altinate e porta dei Molini, c’era anche Porta San Giovanni delle Navi, che si trovava dove ancora oggi si trova l’omonimo ponte, di origine romana ma ricostruito nel 1285, in via Euganea.

UN’ANTICA DOGANA. Il santo che ha dato il nome al ponte e alla porta è il titolare dell’antichissima chiesetta che si affaccia alla strada, ma l’appellativo “delle Navi” viene dall’originale funzione di questo luogo, un tempo barriera daziaria e porto fluviale.  Si trovava qui l’approdo per le barche che servivano alle comunicazioni con Este e Monselice attraverso il Bacchiglione.  Se la porta non esiste più, esiste ancora la Casa della Dogana, all’incrocio con Riviera San Benedetto, costruita nel 1294 come posto di blocco e di controllo che regolava l’ingresso e l’uscita di merci e persone dalla città. È considerata una delle più belle case romaniche di Padova, ed è un esempio della tipologia duecentesca delle case porticate, con la bella bifora chiusa da un arco di scarico e decorata con traforo a piccole losanghe sulla ghiera che spicca tra le più semplici monofore. Sulla facciata rivolta verso la riviera sono ancora visibili gli stemmi del podestà Morosini, sotto il quale venne edificata, e del Comune di Padova.  

UN EFFERATO DELITTO. Questo luogo fu, nel Duecento, teatro di uno degli efferati delitti di Ezzelino III da Romano: a quell’epoca cominciarono ad opporsi al tiranno, vicario dell’imperatore Federico II, i signori locali Da Carrara, che di lì a poco tempo domineranno la città per quasi un secolo. In particolare, è rimasta alle cronache la furiosa litigata del 1237 tra Giacomo da Carrara ed Ezzelino consumatasi senza ritegno davanti all’imperatore, con tanto di schiaffo dato dal primo al secondo. Il tiranno esiliò immediatamente colui che aveva osato tale impudenza, ma Jacopo non si arrese e cominciò a raccogliere un esercito al castello di Agna, con l’idea di rientrare in città. A questo punto Ezzelino passò alle maniere forti, che poi erano la sua specialtà: mise sotto assedio Agna e fece portare a Padova in catene il carrarese, che prima di varcare la porta di San Giovanni delle Navi fu decapitato sull’omonimo ponte, onde evitare che la popolazione potesse insorgere. Le spoglie del coraggioso Jacopo giacciono ancora nella chiesetta di San Giovanni delle Navi, nel luogo della sua efferata fine. 

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