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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Via Umberto I: da Prato alla zona pedonale, una delle vie più eleganti della città

Imboccando da Prato della Valle via Umberto I, incontriamo sulla destra la settecentesca Chiesa di San Daniele, intitolata ad uno dei quattro patroni della città, che venne ricostruita nel XIX secolo. Di fronte la casa in cui forse nacque nel 1502 Angelo Beoloco, commediografo padovano principe dei vernacolisti pavani che creò la macchietta del Ruzzante, ovvero del brontolone. Morì a soli 40 anni, nel 1542 e venne sepolto nella chiesa di San Daniele.

Segue poi sulla sinistra della via il Palazzo feudale Capodilista, con merlatura e alta torre medioevale, una delle poche costruzioni duecentesche rimaste in città. Splendidi la facciata romanica con una trifore balconata e lo scalone interno del XVII secolo. Nell'atrio del Palazzo è conservata la lapide funeraria di Tito Livio, morto a Padova nel 17 d.C., con un'epigrafe incisa su un grosso blocco di ruvida trachite euganea. All'interno del palazzo la sala decorata da Francesco Zugno.

Proseguendo, prima dell'incrocio con via XX Settembre, troviamo sulla sinistra via Rogati, dove nacque Andrea Palladio, come ricorda una lapide infissa nella casa al civico n. 8; Palazzo Genova, attribuito ad Annibale Maggi (1500) l'elegante palazzo che vediamo sulla destra, con facciata "a bugnato", è ora sede del Collegio Barbarigo.

Alla fine della via Umberto I, sulla sinistra, l'elegante Casa Olzignani, edificata nel 1446 da Pietro Lombardo, costituisce "uno dei più graziosi episodi di architettura padovana del quattrocento", così disse Guadienzo.
Via Umberto I prosegue in via Roma, dopo il Ponte delle Torricelle e l'incrocio con via XX Settembre e riviera Tito Livio, un tempo percorsa dal canale del Naviglio Interno, sulle cui rive si trovava, sulla sinistra dell'area occupata dal Bo, un fiorente porto fluviale romano, già in uso nel I secolo a.C..

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