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Cronaca Abano Terme

«Proviamo profonda tristezza e vogliamo stringerci con affetto alla famiglia»

Con uno scarno comunicato oggi, 24 ottobre, i responsabili della scuola di Noventa dove studiava da qualche giorno il sedicenne, hanno voluto ricordare Ivan dopo il rinvenimento del suo corpo privo di vita

Il tragico epilogo della vicenda del sedicenne scomparso il 20 ottobre e ritrovato ieri 23 ottobre privo di vita nel fondale del Brenta a Vigonza ha lasciato tutti senza fiato. Ivan Yablonska è scappato dalla guerra e dalla distruzione in Ucraina a luglio per raggiungere la sorella Oksana Yablonska ad Abano Terme. In patria è rimasta solo la mamma, mentre il padre è morto. Da qualche settimana Ivan, che al momento conosceva poche parole di italiano, ha cominciato a frequentare la scuola Dieffe di Noventa Padovana. Compagni di classe, professori e addetti ai lavori, conoscendo il suo difficile passato, l'hanno accolto con tutto l'amore possibile. Oggi la sorella ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Il dolore della scuola

A scuola c'è poca voglia di parlare. «Proviamo profonda tristezza e vogliamo stringerci con affetto alla famiglia di Ivan. Il dramma vissuto in queste ore ci lascia tutti sgomenti, chiediamo di rispettare il dolore dei compagni e dei docenti che l’hanno accompagnato in queste prime settimane di vita scolastica». Non è escluso che a scuola nei prossimi giorni possa arrivare anche uno psicologo per riuscire a superare questo difficile momento.

Il forzista Alain Luciani

«Oggi è una giornata triste, un altro giovane è stato trovato senza vita nel fiume Brenta. Il mio primo pensiero va alla famiglia di questo ragazzo, fuggito da una guerra, a cui mando un fortissimo abbraccio insieme alle mie più sincere condoglianze - commenta Alain Luciani, tra i coordinatori cittadini di Forza Italia - cosa stiamo aspettando a capire ciò che sta accadendo ai nostri giovani? Questo evento però spinge a riflettere, perché queste morti siano evitate. Sono due gli ambiti su cui lavorare. Per prima cosa bisogna agire dal punto di vista strutturale. Cosa aspettano le amministrazioni di Cadoneghe e di Padova ad attivarsi per mettere in sicurezza i ponti e le passerelle che attraversano il Brenta? Più volte sono successe tragedie lungo il fiume, l’ultima delle quali è stata ripresa anche dai media nazionali. Spenti i riflettori cosa è stato fatto? Già anni fa mi ero mosso per garantire che gli attraversamenti sul fiume fossero sicuri e che certi fenomeni fossero limitati. C’è poi da agire sul piano della prevenzione tra i ragazzi. Gli insegnanti fanno un ottimo lavoro e sono sentinelle preziose per la salute e il benessere delle giovani generazioni. Non può però ricadere solo su di loro questa incombenza. Nelle scuole deve essere istituita la figura dello psicologo per gli studenti. Sarebbe un supporto per tutti: alunni, insegnanti e genitori. Non solo questo però. Inutile piangere sul latte versato, le amministrazioni locali infatti devono attivare immediatamente i propri Settori Sociali avviando ad esempio delle sessioni di ascolto nelle scuole coinvolgendo più istituzioni possibili Andiamo a parlare con i giovani, coinvolgendo anche le forze di pubblica sicurezza, mettiamo delle paratie sui ponti, troviamo delle soluzioni al più presto. Un giorno potrebbe capitare a nostro figlio, a nostro nipote, impegniamoci tutti perché tragedie come queste non si ripetano più.

Le indagini

Al momento gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Andrea Girlando non possono escludere alcuna ipotesi, ma è fuori di dubbio che la morte provocata da un gesto di autolesionismo sta prendendo sempre più piede. Ivan era un ragazzo dolcissimo, amava la vita e voleva tornare a condurre un'esistenza normale dopo quello che i suoi occhi avevano visto in Ucraina durante la guerra. Cosa sia accaduto negli ultimi giorni prima della scomparsa rimarrà purtroppo un segreto a cui nessuno è in grado di dare una risposta. 

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