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Cronaca Piazze / Via Cavour

Il favoloso mondo di Alessio B: "Exhibition art", l'esposizione in Piazza Cavour

Fino al 24 giugno, una mostra che attraversa gli ultimi dieci anni del suo percorso di artista. Dopo tante esposizioni all'estero, finalmente una anche nella sua città

Una mostra di Alessio B, in città, in qualche modo c'era già. Di sue opere, sparse sui muri della città, ce ne sono infatti diverse. Una mostra a cielo aperto, al posto delle tele i muri. Non tutte hanno resistito, ma la street art è così. Va modificandosi, consumandosi, per via dei fattori atmosferici o per le conseguenze di azioni. Se in Arcella o per le vie del centro ce ne sono di evidentissime, tappe fisse di instagrammers e appassionati che visitano la città, di altre solo il ricordo. Così visitare la personale di Alessio B è anche un viaggio nella memoria, nel tempo. Vedere più di cento sue opere, in piazza Cavour, è quindi anche piacevole esercizio di memoria per chi vive in questa città. Oltre al percorso consigliato che conduce direttamente alla mostra, nella piazzetta diventata verde, spicca sul pennone la sagoma della Monna Lisa, che è diventata il segno distintivo dell'artista padovano. Il suo marchio di riconoscimento.

E' un po' come quando si va a un concerto: ci sono i brani vecchi e quelli nuovi, con tutto il portato di sperimentazioni, tentativi, esplorazioni di diverse tecniche e discipline. Il fatto che molti lavori li abbiamo visti, magari prima che si smaterializzassero, in piazza Castello, in via Roma, fuori la ex caserma Prandina, sotto il cavalcavia Borgomagno, per le vie del centro, sulla parete esterna del Porto Astra fa un effetto strano. E' pure vero che alcuni ci sono ancora, ma altri sono solo nelle gallery su instagram o in case di collezionisti.

Qual'è il posto più lontano dove è finita una tua opera? "Nuova Zelanda, sicuramente. Molte sono anche in Giappone, non è vicino neppure quello. E' bello quando poi mi mandano le foto per mostrarmi dove hanno collocato l'opera. E' super interessante questo passaggio. Spesso è davvero soprpendente". Racconta un sacco di cose Alessio, ci conosciamo bene, quindi è ancora più difficile tenere un filo conduttore unico. Si spazia, si passa da una cosa all'altra con facilità. Così cerchiamo di fare un po' di ordine: "Ci sono circa un centinaio di opere esposte. In pratica gli ultimi dieci anni del mio percorso. Ci sono svariate tecniche, è una bella emozione vedere tutto esposto così, nella mia città". Alessio B di esposizioni, di personali, ne ha fatte diverse. Soprattutto fuori dall'Italia. Esporre finalmente nella propria città ha quindi tutto un'altro sapore.  

Ci sono i personaggi suoi e quelli che lo hanno influenzato: "La F1 mi ha sempre appassionato. Mio padre non si perdeva una gara. Gilles Villeneuve prima, poi Ayrton Senna, rappresentano sì il talento ma anche il saper vivere fuori delle regole o semplicemente averne stabilite di proprie ed essere fedele a quelle. Per questo poi li ho voluti fare. Senna, vicino alla rotonda di Ponte Vigodarzere, col casco in mano, ci stava eccome. Ayrton poi lo avevo fatto in piazetta De Gasperi con degli amici brasiliani". 

Tra le opere nuove esposte, anche due violini: "La musica è un'altra grande componente di influenza nella mia vita. Mio fratello suona la chitarra elettrica da sempre. Da piccolo ascoltava tutti i mostri sacri, come Jimi Hendrix ad esempio. I musicisti rappresentano delle icone perfette ma allo stesso tempo regalano spazio infinito all'immaginazione. Solo con Bowie mi sono limitato, perché il suo essere istrionico e trasformista mi ha fatto capire che il suo viso, il suo sguardo di sfida ma allo stesso tempo pacificato è potente più di tutto. Mi piace sperimentare, comunque. Per questo sono passato a colorare gli strumenti. Sto facendolo non solo con i violini, che vedi esposti qui. Anche con le chitarre elettriche e acustiche sto provando. Mi piace". 

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