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Nuova antenna di via Castelfidardo Rossi: "Comuni privi di poteri reali"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Il sindaco reggente di Padova Ivo Rossi rende noto che ha dato disposizione alla propria segreteria di prendere contatto con il proprietario del terreno dove dovrebbe entrare in funzione l’antenna di via Castelfidardo e anche la società di telecomunicazioni titolare del ponte radio.

“Quello delle antenne di telefonia mobile – dichiara il sindaco Rossi - è un tema delicatissimo che questa amministrazione negli anni ha sempre cercato di governare nonostante la legislazione vigente abbia sottratto alle amministrazioni comunali la funzione di programmazione e di indirizzo, lasciandole prive di poteri reali. È tempo che le norme del decreto Gasparri siano riviste, in questo senso un contributo potrebbe darlo anche il sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani, che spero si possa interessare della questione in maniera da dare risposte ai residenti del quartiere, allarmati dalla vicinanza dell’impianto di telefonia ad un istituto scolastico”.

Relativamente al quadro normativo che regola impianti di ripetizione dei segnali di telefonia mobile il Comune chiarisce quanto segue:

Fin dal 2005 con deliberazione di C.C. n. 3 del 17.01.2005 il Comune di Padova ha approvato un Regolamento Comunale per l’installazione e l’esercizio degli impianti per la telefonia mobile all’interno del territorio comunale.

Il Regolamento emanato allo scopo di attuare un corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti stessi sul territorio, attraverso la definizione dei criteri di localizzazione delle relative strutture, prevedeva, quale strumento per garantire l’adeguata localizzazione degli impianti il Piano comunale delle installazioni da approvare annualmente dal Consiglio comunale dopo una complessa istruttoria, sulla base del programma di sviluppo della rete presentato dai vari gestori.

Dopo l’emanazione del Regolamento, sono stati presentati da parte dei diversi gestori molti ricorsi al Tar Veneto sia contro il regolamento stesso, sia al Piano annuale di sviluppo successivamente approvato e anche contro i dinieghi d’installazione emanati dall’amministrazione comunale.

Il Comune di Padova si è costituito in ogni ricorso affermando la validità e la legittimità delle scelte effettuate. Tuttavia, alcuni procedimenti hanno avuto esito negativo sulla scia di un orientamento giurisprudenziale sfavorevole a restrizioni di natura localizzativa alla libertà d’installazione dei gestori.

Il Comune di Padova ha quindi approvato sulla base delle indicazioni delle sentenze nuovi regolamenti, riformulandone i contenuti sempre nell’ottica di minimizzare l’esposizione e tutelare il più possibile i cittadini.

Di volta in volta però i regolamenti sono stati oggetto di altri ricorsi da parte dei gestori che in sede di giudizio hanno dato luogo a sentenze sempre avverse all’amministrazione. In particolare, con la sentenza n. 2577/2009, depositata il 09/10/2009, il Tar del Veneto accogliendo il ricorso presentato da Vodafone Omnitel N.V. annullava gli artt. 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 16 del regolamento per l’installazione e l’esercizio degli impianti per la telefonia mobile e per le trasmissioni in standard DVB-H, approvato con deliberazione del Consiglio comunale di Padova n. 35 del 26 febbraio 2008 nelle parti in cui prevedono la formazione e l’approvazione del piano, azzerando il lavoro di anni dell’Amministrazione per regolamentare in sede locale le installazioni delle SRB.

L’installazione delle antenne è regolamentata dal decreto legislativo “Gasparri” del 1 agosto 2003 n.259 Codice delle comunicazioni elettroniche, su questa base i gestori procedono con la presentazione dei progetti ad ARPAV e al SUAP (Sportello unico delle attività produttive) del Comune di Padova e, se non ci sono motivi ostativi, passato il termine per la formazione del silenzio assenso procedono con la realizzazione.

L’Amministrazione a tutela dei cittadini e a proprie spese, ha incrementato i monitoraggi istituzionali degli impianti SRB che vengono svolti da ARPAV come organismo competente.

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