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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Appe e bar in centro: «Disponibili per sederci a un tavolo con la Sopraintendenza»

Il Segretario nella sua disamina fa esplicito riferimento alla situazione del centro storico di una decina di anni fa, quando non si contavano gli episodi di “mala movida”

«Siamo sorpresi, ma anche amareggiati per le dure e infondate accuse che arrivano da Italia Nostra, che sembra quasi prendere una posizione contraria ai bar “a prescindere”». Non usa giri di parole Federica Luni, la vice Presidente dell’APPE (Associazione Provinciale Pubblici Esercizi, che nel domune di Padova rappresenta oltre 400 dei circa 1.000 locali attivi), nel commentare la presa di posizione di Italia Nostra sulla questione plateatici, dopo le prescrizioni che la Soprintendenza ha inviato al comune.

Alcuni chiarimenti

«Prima di tutto – precisa Federica Luni – mettiamo in chiaro una cosa: nessun plateatico è “abusivo”, come si è letto qualche giorno fa sui quotidiani: tutti i tavolini e sedie sono collocati in virtù di una regolare concessione rilasciata dal Comune, a fronte della quale viene pagato un canone di occupazione, che frutta oltre 300mila euro all’anno alle casse comunali». L’Associazione degli esercenti risponde punto su punto alle accuse di Italia Nostra, che, pur riconoscendo che bar e ristoranti contribuiscono a rendere viva la città, afferma che i plateatici si trasformano in causa di degrado. «Leggo – precisa il Segretario dell’Associazione, Filippo Segato – di “proliferare caotico di tavolini”, quando proprio quest’anno ne sono stati tagliati il 20%, leggo di “plateatici causa di degrado”, quando invece è chiaramente vero il contrario, cioè che l’assenza di plateatici crea degrado: ne sanno qualcosa i residenti della zona Portello, che in queste settimane stanno vivendo un incubo quotidiano fatto di ubriachi, spacciatori, balordi, incivili… è così che vogliamo che ritorni il centro storico?»

Tutelare le aziende

Il Segretario fa esplicito riferimento alla situazione del centro storico di Padova di una decina di anni fa, quando non si contavano gli episodi, anche gravi, di “mala movida”. «Definire – prosegue Segato – piazza dei Signori, che è il vero salotto della città, una “debordante e disordinata mangiatoia e sprizzeria a cielo aperto” ci sembra come minimo offensivo nei confronti, prima di tutto, degli esercenti che quotidianamente si impegnano nella gestione dei loro locali, ma, in seconda battuta, anche di tutti quei turisti, cittadini e clienti che, di giorno e di sera, li frequentano». All’APPE si chiedono come mai ci sia tutto questo accanimento contro i bar mentre, ad esempio, gli operatori del mercato, che pure occupano, coi loro banchi e le loro tende, in modo molto più impattante e per molte più ore del giorno, le piazze, sembrano godere di una sorta di “immunità”. «È di sabato scorso la foto – conferma Federica Luni – dei residui lasciati da un furgone in piazza dei Signori: su questi danni nessuno ha nulla da dire?». Infine, APPE ci tiene a sottolineare che è assolutamente disponibile a sedersi attorno a un tavolo per discutere eventuali azioni condivise da attuare nel medio periodo. «Quello che non ci piace – conferma la vice Presidente Luni – è la decisione calata dall’alto: siamo d’accordo che vadano tutelati i beni culturali e architettonici della nostra Città, ma vanno tutelate anche le aziende che vi operano e, con la loro attività, le tengono vive e danno lavoro a centinaia di persone. Le regole vanno prima di tutto condivise e applicate con le corrette tempistiche e non cambiate in corsa».

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