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Cronaca

Furti a raffica: chiesta l'associazione a delinquere per la banda. C'è un nuovo arresto

Il gruppo era stato fermato nel veronese ma le indagini sono andate avanti per risalire alla provenienza della refurtiva rinvenuta e quanti colpi potessero aver messo a segno

Tra il 2015 e il 2017 hanno colpito in diverse province, tra cui anche quella di Padova dove hanno anche rivenduto parte del sostanzioso bottino ad alcuni Compro oro. Dopo i primi tre arresti le indagini sono proseguite. Oltre alle accuse di uso improprio di carte di credito, ricettazione e furto aggravato, il giudice ha aggiunto un nuovo capo d'imputazione, l'associazione a delinquere, che ha spalancato le porte del carcere anche per una quarta persona.

La refurtiva recuperata dopo la raffica di furti tra padovano e veronese

Gli arresti

I carabinieri di Minerbe, nel veronese, il 29 dicembre 2017 arrestarono tre persone nell'ambito delle indagini sull'escalation di furti in abitazione registrata in zona. Luca Bonora, Giancarlo Catter e l'allora compagna Candy Suffer finirono in manette subito dopo un colpo e un inseguimento sulla Transpolesana che si concluse in un'area di sosta nel rodigino. G.B. venne invece denunciato dopo la perquisizione dell'abitazione della coppia Catter-Suffer, dove fu trovata la refurtiva di diversi colpi (oltre 100 monili) e le ricevute di alcuni Compro oro a cui era stata venduta della merce. Le indagini dei carabinieri sono andate avanti per cercare di recuperare l'interno bottino e risalire ai legittimi proprietari. Un'attività che ha portato gli inquirenti ad attribuire al gruppo una ventina di colpi, una quindicina dei quali messi a segno in varie case tra le province di Padova, Verona, Rovigo.

Nuovo fermo

A fronte delle prove raccolte, con l'aggiunta dell'accusa di associazione a delinquere, si aggrava dunque la posizione di Giancarlo Catter (classe 1985) e Luca Bonora (classe 1982), che già si trovavano in carcere, dove martedì li ha raggiunti Giuseppe Bellinati (classe 1961), in precedenza denunciato. É invece deceduta lo scorso luglio la quarta componente della banda, la 38enne Candy Suffer.

Le indagini

Sarebbero quindi una ventina i furti messi a segno tra la fine del 2015 e tutto il 2017, con i bottini che venivano poi venduti ai Compro oro scaligeri, patavini o mantovani (nessuno di questi risulta essere indagato).  Per mettere a segno i colpi la banda usava sempre le stesse tecniche. In strada scippavano o raggiravano la vittima, spesso con la tecnica "dell'abbraccio". Se invece il colpo veniva tentato in abitazione, uno restava alla guida dell'auto mentre gli altri due si avvicinavano alla casa, solitamente isolata e abitata da anziani: se il proprietario era all'interno cercavano di entrare con una scusa, altrimenti forzavano una porta per fare razzia. Bellinati invece si occupava di smerciare la refurtiva. Con modalità diverse è stato messo a segno il furto in un'azienda agricola di Montagnana, dove la banda si era appropriata di alcune carte di credito presenti all'interno di un'auto: il loro utilizzo e gli accertamenti eseguiti poi dai carabinieri, hanno permesso di accusare i malviventi anche di questo reato. 

Il bottino

Sono stati rintracciati quasi tutti i proprietari degli oltre 100 monili recuperati, alcuni dei quali già restituiti, mentre altri saranno presto dissequestrati. Oltre al valore economico, diversi di questi oggetti avevano un forte legame affettivo per i loro possessori, come il caso della collana di una donna ultra 80enne, che la ricevette dalla madre sul letto di morte. O come quello di un ex dipendente delle Ferrovie, al quale fu regalato un orologio per i suoi 40 anni di servizio. 

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