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Cronaca

Sgominata una banda di violenti rapinatori cinesi: si nascondevano a Padova

Un sodalizio criminale consolidato, i cui membri vivevano tra Padova e Venezia. Erano il terrore dei connazionali, che derubavano sotto la minaccia di pistole, machete e coltelli

Tra i 5 arrestati nella maxi operazione condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Gorizia ci sono anche 3 cinesi residenti a Padova. La banda è responsabile di furti e rapine ai danni di connazionali.

Gli obiettivi

Fabbriche, laboratori tessili, ma anche appartamenti erano le prede preferite del sodalizio criminale finito in manette il 30 agosto nell'ambito dell'operazione Crimini d'Oriente, coordinata dagli uomini dell'Arma di Gorizia con il supporto dei comandi provinciali di Padova, Mestre, Poggio a Caiano, Campi Bisenzio, Napoli e Reggio Emilia. Un'indagine lunga e complessa condotta tra febbraio e agosto, che ha accertato 7 furti, 2 rapine e innumerevoli tentativi di furto tra le province di Treviso, Rovigo, Milano e Mantova. Unica costante le vittime, sempre cittadini cinesi.

La violenza

Identico il modus operandi: attacchi rapidi e violenti con armi da fuoco e lame, tra cui coltelli, machete e accette. Spesso le prede venivano malmenate, imbavagliate e legate con fascette da elettricista. A rendere più complicate le indagini, la forte chiusura della comunità cinese. Rarissime le denunce sporte dalle vittime, che temevano pesanti vendette.

Le perquisizioni

Nel corso delle operazioni che hanno portato agli arresti, fondamentali sono state le perquisizioni. In un vecchio capannone di Poggio a Caiano, in Toscana, sono state trovate decine di macchine da cucire industriali, rubate nei laboratori di mezza Italia per mettere in piedi una produzione tessile clandestina. Nello stesso luogo è stato sequestrato un furgoncino che i banditi usavano per i loro spostamenti e per trasportare la refurtiva.

Gli arrestati

Tre i cittadini cinesi finiti in manette a Padova: hanno 47, 46 e 31. Con loro sono stati arrestati a Mestre una donna di 50 anni e un uomo di 57. Il giorno prima, 29 agosto, altri due pregiudicati di origine cinese erano stati bloccati al termine di una violenta rapina in villa a Saonara, su cui era spuntata anche l'ombra della mafia orientale.

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