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Cronaca

In trasferta svaligiare il grande magazzino: ladri al capolinea dopo un anno di razzie

Tra il novembre e il febbraio scorsi hanno attirato l'attenzione dei carabinieri per una serie di furti sospetti. Ora, inseguiti e colti in flagranza, è arrivata la conferma decisiva

Sotto stretta sorveglianza dopo una serie di furti, tre uomini sono stati scoperti a rubare in un grande magazzino e arrestati. 

Il pedinamento

Volti noti alle forze dell'ordine, quando i carabinieri di Legnaro hanno visto due giovani italiani e un marocchino salire su un furgone in pausa pranzo hanno approfittato per seguirli, ben sapendo che quello è uno degli orari prediletti da alcuni ladri per entrare in azione. Un'intuizione provvidenziale, che ha confermato i loro sospetti. A bordo c'erano un 23enne e un 25enne di etnia Sinti, membri di una famiglia nomade molto nota nel padovano. Con loro un 38enne marocchino, anche lui già conosciuto alla giustizia.

Il blitz

Li hanno seguiti per circa mezz'ora, fino al parcheggio del negozio Leroy Merlin di Torri di Quartesolo, nel vicentino. Senza entrare, il gruppetto si è invece concentrato su una zona defilata sul retro dell'edificio. Hanno accostato il furgone e caricato furtivamente alcuni bancali in legno, del valore di circa 150 euro. A quel punto sono intervenuti i carabinieri, che li hanno ammanettati per furto aggravato in concorso.

Una lunga serie di colpi

Le indagini sui tre arrestati erano partite a fine 2017, quando i militari si sono trovati a indagari su alcuni furti mirati ai danni di note aziende sparse per tutta la provincia padovana. Il 30 novembre i ladri avevano colpito a Saonara e Piove di Sacco. Prima nel capannone della Vassilli srl in via Irpinia, dove hanno rubato un motore aspiratore da 2mila euro. Poco dopo erano entrati in azione nella sede di Jk Fitness in via Meucci a Piove, trafugando 15 biciclette del valore di 10mila euro. Dopo un mese di silenzio erano tornati a colpire il 15 gennaio, stavolta nell'Alta, rubando due barre di rame da 500 euro dalla Silka srl di Piombino Dese.

Parentele rischiose

Individuata la stessa mano dietro i furti, gli inquirenti hanno vagliato diversi altri colpi messi a segno a Padova tra gennaio e febbraio, in cui i malviventi avevano sempre puntato al rame. Nel corso delle indagini erano stati denunciati altri due italiani di origine Sinti, di 26 e 35 anni, appartenenti alla stessa famiglia nomade. La parentela ha fornito l'inidizio decisivo per incastrare i nuovi tre arrestati. Dovranno riposndere davanti al Tribunale di Vicenza, incaricato del procedimento.

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