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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ponte di Brenta / Via Antonio Ceron

Donna ustionata, fermato il marito: l'ha picchiata e data alle fiamme fingendone il suicidio

Svolta nel caso della 53enne ricoverata con gravi ustioni. Quella del suicidio si è rivelata una messinscena del coniuge, che si trova ora in carcere con l'accusa di lesioni aggravate

Era nell'aria ed è arrivata: la svolta nel caso della 53enne si è materializzata con l'arresto di Pietro Zago, coetaneo e marito della donna. Le indagini della Squadra mobile della questura hanno portato il tribunale a emettere nei suoi confronti un provvedimento di fermo.

I soccorsi

Il padovano è accusato di lesioni aggravate per aver deliberatamente appiccato il fuoco al corpo della compagna, inscenando un tentativo di suicidio e spacciandosi per il suo salvatore. Fondamentali per incastrarlo anche le parole della vittima. La vicenda risale al giorno dopo Ferragosto, quando in un appartamento di via Ceron è stato chiesto l'aiuto del Suem per una donna ustionata. A chiamare era stata la coinquilina della coppia, mentre Zago all'arrivo dei sanitari non si è fatto trovare in casa. C'era invece la 53enne coperta da profonde bruciature, immediatamente ricoverata in stato di sedazione. Con lei era poi arrivato al pronto soccorso anche il marito, che presentava bruciature a mani e avambracci che ha giustificato dicendo di aver trovato la moglie in fiamme e di averla afferrata per salvarla.

Massacrata di botte

Un castello di bugie incrinato fin dai primi minuti a causa di alcune incongruenze e affossato definitivamente quando la vittima ha ripreso i sensi. In via Ceron la polizia aveva immediatamente posto sotto sequestro la stanza, repertando anche un accendino e un flacone di alcol alimentare al 95% che si trovava sul comodino. Gli esami medici hanno poi portato a galla ulteriori raccapriccianti dettagli. Sul viso e il corpo della 53enne oltre alle bruciature c'erano i segni di violente percosse, sia recenti che più datate.

Il fermo

Lei stessa ha confessato agli inquirenti che quella del suicidio era una montatura architettata da Zago, il quale l'aveva picchiata e cosparsa con il liquido infiammabile appiccando il fuoco. E non era la prima volta in cui l'uomo usava violenza sulla compagna, a cui aveva provocato anche ferite gravi. Indizi che sommati hanno portato i poliziotti a informare la procura ottenendo mercoledì un provvedimento di fermo dal sostituto procuratore Manlio Roberti. Si sono presentati in via Ceron dove hanno trovato Zago, dichiarandolo in arresto e trasferendolo in carcere dove resta a disposizione dell'autorità giudiziaria. 

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