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Cronaca Montegrotto Terme / Via Catajo

Sequestrato, seviziato, "incaprettato" e abbandonato in un casolare: arrestato l'aguzzino

I carabinieri hanno trovato un giovane disteso a terra seminudo, con le caviglie e i polsi legati con dei lacci e uno pneumatico di automobile calato sul tronco che gli bloccava le braccia

Una storia dai contorni davvero foschi: i carabinieri del Norm di Abano Terme (coordinati dal Pm Sergio Dini) hanno arrestato M.L.B., 37enne di origini tunisine domiciliato proprio nel comune termale e già noto alle forze dell'ordine, per sequestro di persona, rapina, lesioni volontarie e simulazione di reato.

Ritrovamento

Tutto ha avuto inizio lo scorso 28 settembre, quando nella tarda serata alcune persone sentono delle grida di aiuto provenire da un casolare abbandonato di via Catajo a Montegrotto Terme. I carabinieri individuano il casolare nascosto dalle sterpaglie e, una volta entrati, trovano un giovane disteso a terra seminudo, con le caviglie e i polsi legati con dei lacci e uno pneumatico di automobile calato sul tronco che gli bloccava le braccia. Lo stesso si presentava visibilmente provato, con il volto tumefatto ed ancora sanguinante e con un profondo taglio sulla spalla destra. Trasportato tempestivamente all’ospedale per le cure, l’uomo è stato identificato accertando che si trattava di un 30enne, originario della Tunisia, residente a Padova.

Rapimento

Dopo le dimissioni, condotto in caserma, il nordafricano riferiva ai Carabinieri che verso le 20 della sera del 28, mentre camminava a piedi in zona Mandriola, nel comune di Albignasego, era stato avvicinato da due suoi connazionali giunti a bordo di un’autovettura: il 30enne conosceva di vista la persona alla guida (tanto da fornirne la descrizione fisica e il nome) ma non l'uomo al lato passeggero. I due stranieri, giunti a bordo di un’Audi, sono riusciti ad incappucciarlo e a farlo salire con forza - sotto la minaccia di un coltello - a bordo della vettura per trasportarlo all’interno del casolare dove era stato trovato dai carabinieri. Sono stati avviati gli accertamenti finalizzati alla ricerca del conducente della vettura, che in breve è stato identificato. Presi, quindi, gli opportuni accordi con il Pubblico Ministero, si è proceduto alla perquisizione della sua abitazione dove sono stati trovati degli oggetti riconducibili al sequestrato: per tale ragione i militari hanno proceduto al suo fermo quale indiziato di delitto ed associato alla Casa Circondariale di Padova. Il motivo del sequestro, a dire della vittima, è riconducibile al rifiuto da parte sua di fornire l’esatto recapito di un altro connazionale da lui conosciuto e dal quale i due sequestratori vantavano un credito. L’autista dell’Audi, per altro, è stato immediatamente identificato perché, allo scopo di procurarsi un alibi temendo di essere stato visto da qualcuno mentre era in atto il sequestro di persona, poco dopo avere lasciato la vittima legata nel casolare si era presentato in caserma ad Abano Terme per denunciare di essere stato, poco prima, vittima di rapina a mano armata nella zona della Mandria. Per tale motivo è stato denunciato anche per simulazione di reato. Le indagini sono ancora in corso per identificare il complice, mentre nella mattinata di lunedì 4 ottobre il Gip del Tribunale di Padova ha convalidato la misura restrittiva disponendo che il fermato resti in carcere vista la gravità dei reati commessi.

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