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Cronaca Stazione / Via Gaspare Gozzi

Tenta di uccidere il figlioletto: bloccata in fuga, nell'auto il bimbo esanime. Donna in arresto

Corsa contro il tempo dal Piovese a Padova per rintracciare la donna accusata di aver cercato di ammazzare il figlio di 5 anni con una massiccia dose di farmaci. Dopo le dimissioni sarà trasferita in carcere

A far scattare l'allarme sono stati alcuni parenti della donna. Ritrovata nel capoluogo, aveva già messo in atto parte del suo tremendo piano.

Messaggi deliranti

É lunedì notte quando i familiari ricevono alcuni messaggi vocali disperati. La donna, che vive nel Piovese, manifesta chiaramente la volontà di uccidere il suo bimbo di 5 anni e sé stessa. Dice di essere alla guida della sua auto, diretta chissà dove per compiere l'estremo gesto. I carabinieri della compagnia di Piove di Sacco e della stazione di Legnaro si mettono in strada per intercettare il veicolo, allertando tutti i colleghi della zona. Hanno solo il numero di targa e il modello dell'auto.

Il ritrovamento

Le ricerche subiscono una svolta un paio d'ore dopo. A Padova, tra via Gozzi e via Trieste, il Norm di Padova e la polizia locale fermano l'utilitaria. Al volante c'è lei, in stato di totale confusione. É alterata, probabilmente ha assunto delle sostanze. Ma a gelare il sangue dei militari è il corpicino che giace sui sedili posteriori, avvolto in una coperta. Immobile.

Bambino in condizioni disperate

I paramedici praticano le manovre salvavita, il piccolo è svenuto ma il suo corpo risponde agli stimoli. Aggrappati a un filo di speranza lo portano al pronto soccorso dove gli viene riscontrata una intossicazione da benzodiazepine. Qualche minuto ancora e il potente psicofarmaco somministrato dalla madre avrebbe potuto ucciderlo. Il piccolo è tutt'ora ricoverato, ma le sue condizioni stanno migliorando ed è fuori pericolo.

L'arresto

La madre è stata immediatamente sottoposta a fermo e affidata a un'apposita struttura sanitaria, come disposto dall'autorità giudiziaria informata dei fatti. A due giorni dall'arresto è arrivata la convalida e una volta dimessa la donna sarà trasferita in carcere. Le viene contestata l'accusa di tentato omicidio aggravato dal legame parentale. Di origine nomade ma residente nel Piovese, in passato si è macchiata di alcuni furti ma non aveva mai manifestato intenti suicidi.

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