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Cronaca

Invalida dopo l'incidente, nessun risarcimento dall'assicurazione: "L'Ivass intervenga"

Protagonista del sinistro, avvenuto a Cortina un anno fa, una 75enne di Padova: vano anche l'appello alla “sua” assicurazione del giovane che lo ha causato. Studio 3A denuncia la compagnia all'Istituto di Vigilanza e si prepara alla causa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

La dinamica dell'incidente è pacifica, l'automobilista che l'ha provocato ha persino scritto alla compagnia assicurativa della sua auto per sollecitare il risarcimento alla controparte, ma a un anno di distanza dal sinistro una 75enne di Padova, che ha riportato un'invalidità permanente del 60%, non ha ancora ricevuto un euro dalla compagnia assicurativa, neanche il rimborso delle spese sostenute: Studio 3A, che la assiste, denuncia il caso all'Ivass e si prepara alla citazione in causa.

L'INCIDENTE E LA DISABILITA'. Il 27 dicembre 2015 l'anziana sta percorrendo con la sua Mini Cooper la sr 48 Dolomiti ad Alverà, frazione di Cortina, quando improvvisamente un 34enne di Milano, che sopraggiunge nella corsia opposta su una Jaguar Range Rover, girando a sinistra in una laterale le taglia la strada. L'impatto è inevitabile e violento. Per la donna che, tra le varie lesioni, riporta un "trauma cervicale produttivo di lussazione C5-C6 e mielodiscopatia in soggetto con formazione disco-ostefitaria", inizia un'odissea tra interventi chirurgici, complicanze post operatorie (una trombosi agli arti inferiori e un'emorragia da rottura di un vaso arterioso della coscia), una degenza di due mesi, una lunga riabilitazione. Le sue condizioni fisiche sono pregiudicate: lamenta ancora algo-perestesie alle mani e all'avambraccio, che le impediscono di svolgere le attività che faceva prima, deficit articolare alle spalle, parestesie a "calzino" agli arti inferiori. Fa fatica a camminare per tratti superiori ai 300 metri. Una situazione che la ha causato anche uno stato di ansia e depressione. Per ottenere giustizia, la donna, attraverso la consulente personale, Elisa Sette, si è rivolta a Studio 3A, che ha subito aperto il sinistro e chiesto i danni alla compagnia della controparte, Vittoria, e successivamente sottoposto la propria assistita alla visita medico legale, che ha riscontrato un danno biologico permanente del 60%, più un danno temporaneo totale per 70 giorni e al 75% per 90 giorni, e un grado di sofferenza elevato nel periodo di malattia e convalescenza e medio-elevato nel postumo. Si parla di invalidità permanente del 55% secondo le tabelle Ania e del 70% secondo quelle Inail.

L'APPELLO DELL'ALTRO AUTOMOBILISTA. "I postumi rilevati, strumentalmente accertati e segnatamente rappresentati da marcata sofferenza algico-disfunzionale all'articolarità della colonna cervicale, da un quadro di tetraparesi e da disturbi di ordine psichico, sono ormai bene stabilizzati e non suscettibili di particolari miglioramenti futuri" precisa il medico. Ma, nonostante le responsabilità del sinistro siano acclarate e le gravi conseguenze fisiche subite dalla danneggiata non siano state disconosciute nella visita medico legale di controparte, e nonostante i ripetuti solleciti di Studio 3A, l'assicurazione si rifiuta di procedere con il risarcimento. A smuoverla non è servito neanche, circostanza assai rara nel mondo dei sinistri, l'accorato appello rivolto alla compagnia della sua stessa vettura dall'automobilista che ha causato l'incidente, e che in una lettera ha scritto: "Trovo biasimevole e inaccettabile che la compagnia assicurativa, a un anno dall'incidente, non abbia ancora assunto le decisioni del caso e pretenda di lasciarmi solo nel far fronte alle richieste di una signora che non dovrebbe trovarsi in tale condizione ma, al contrario, dovrebbe essere lasciata serena e, cioè, libera di pensare unicamente alla propria guarigione. La compagnia prenda in mano la situazione e intervenga al più presto per venire incontro alle legittime aspettative della signora". Appello rimasto pure questo inascoltato.

RECLAMO ALL'IVASS. La compagnia è arrivata al punto di rifiutare anche di rifondere alla 75enne le "sole" spese sostenute e tutte regolarmente esibite all'Ispettorato di Padova, circa 20mila euro tra medicine, visite, terapie e soprattutto un montascale, non essendo più in grado di salire le scale di casa. A fronte di questo rifiuto, Studio 3A, attraverso il proprio servizio legale, proporrà una citazione in causa contro la compagnia e ha deciso anche di denunciare con un formale reclamo il comportamento all'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, che proprio il 15 dicembre, con una "lettera al mercato", aveva assunto una presa di posizione forte su questa che è delle prassi più discutibili da parte della compagine assicurativa, quella cioè di non formulare alcuna proposta risarcitoria senza però fornire spiegazioni chiare e plausibili sui motivi del "diniego", bacchettando le compagnie e imponendo loro un'attività di revisione dei processi liquidativi e delle comunicazioni entro il 30 aprile 2017. "Confidiamo che l'Ivass dia un seguito concreto a questi buoni propositi - commenta il presidente di Studio 3A. Ermes Trovò - e, soprattutto, un segnale chiaro alle compagnie di assicurazione, perché non è più accettabile che in casi come questo dove tutto è chiaro, dove le responsabilità non sono in discussione, e dove legge e buon senso imporrebbero una soluzione rapida, i danneggiati siano costretti ad aspettare anni e ad adire le vie legali per ottenere semplicemente quello che spetta loro di diritto".

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