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Cronaca Ospedali / Via Gabriele Falloppio

Giornata cruciale per le indagini: da stamane in corso l'autopsia sul corpo di Giulia e l'interrogatorio al suo omicida

Tanti i punti ancora oscuri nella tragica vicenda che ha portato alla morte di Giulia Cecchettin, a una settimana dalla laurea, per mano del suo ex fidanzato, l'11 novembre scorso. Sia l'interrogatorio a Filippo Turetta che l'autopsia sul corpo della vittima sono ancora in corso

Una giornata cruciale per venire a capo dei tanti punti ancora oscuri nella tragica vicenda che ha portato alla morte di Giulia Cecchettin, a una settimana dalla laurea, per mano del suo ex fidanzato, l'11 novembre scorso. Per quanto riguarda la vittima, Giulia, da questa mattina è in corso presso i laboratori di Medicina Legale in via Falloppio a Padova, l'autopsia. Quando sono le 17.00 non si è ancora conclusa. La Procura ha incaricato il professore Guido Viel mentre per i Cecchettin i consulenti sono Stefano D'Errico e Stefano Vanin. Infine per Turetta la dottoressa Monica Cucci. Dall'autopsia i magistrati si attendono, tra le altre, risposte in ordine all'ora e alle cause della morte, anche per capire se Giulia fosse già morta quel sabato notte quando Turetta da Fossò, luogo dell'aggressione, cominciò la sua fuga in auto.«Non sappiamo quanto potrà durare l'indagine, dipende dalla lesività che verrà riscontrata. I tempi si decidono man mano che l'indagine va avanti, da quello che viene rinvenuto», ha detto Anna Aprile, dirigente dell'unità operativa di Medicina Legale dell'ospedale universitario di Padova, riferendosi all'esame necroscopico in atto sul corpo di Giulia Cecchettin. La dirigente ha precisato che sul corpo è stata eseguita anche una Tac. 

Secondo quanto riferisce LaPresse, alcune delle ferite trovate sarebbero profonde diversi centimetri. Sempre in base alle indiscrezioni, quando è stata portata da Turetta al lago di Barcis la ragazza era già morta. Giulia sarebbe deceduta nella zona industriale di Fossò, dopo il secondo litigio. Sarebbe stato quindi un colpo le ha rescisso l'aorta che ne ha causato la morte per shock emorragico.

Per quanto riguarda invece Filippo Turetta, il 21enne di Torreglia, è sotto interrogatorio nel carcere di Montorio a Verona, dove è detenuto dallo scorso sabato 25 novembre. Turetta è arrivato dalla Germania con un volo militare proprio nel giorno in cui in tutto il mondo si manifesta contro le violenze di genere. Due giorni dopo ha incontrato la Gip, Benedetta Vitolo, alla quale il detenuto ha rilasciato solo brevi dichiarazioni spontanee. Oggi, venerdì 1 dicembre, attorno alle 11 di questa mattina sono entrati nell'istituto penitenziario prima i legali del 21enne, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, subito dopo è stata la volta del Pm di Venezia Andrea Petroni, che ha deciso di interrogarlo proprio in seguito alle dichiarazioni spontanee rese due giorni fa al gip. L'interrogatorio non ha ancora avuto termine quando sono da poco passate le 17 e 30. 

La vicenda di Giulia, il rapimento prima e poi l'uccisione, occupa i media da ormai tre settimane ma anche a fronte di un caso talmente drammatico e sconvolgente il dibattito che si è scatenato è tutto fuorché sereno. Si dibatte sui motivi che hanno portato alla drammatica fine di Giulia, è lei la vittima vera di questa crudele storia, è sempre importante ricordarlo. Quindi l'attenzione si sposta inevitabilmente su Filippo Turetta. Descritto come il bravo ragazzo della porta accanto, una volta emerso quello che aveva fatto a Giulia il passaggio a mostro è stato naturale. Le parole di Elena Cecchettin, la sorella maggiore, che avrebbero dovuto mettere un punto da cui partire nel cercare di capire perché tante donne vengono violentemente uccise, hanno invece innescato l'effetto opposto. Anche a fronte di un coinvolgimento popolare che non ha eguali, sono scese in piazza in tutto il paese, per giorni, milioni di donne. Non solo donne a dire il vero, ma le strade e le piazze le hanno riempite loro, con slogan e messaggi chiari.

Studenti raduno Giulia Cecchettin

Invece si è fatta confusione anche in questo caso, chissà se per foga o per scelta, mescolando questioni e manifestazioni di altro tipo, così da tentare svilire, magari involontariamente, tutta quella mobilitazione. Si è anche messo in discussione il dato dei femmincidi in Italia. Proprio a Padova, in una conferenza stampa in cui si lanciava un appuntamento contro la violenza di genere organizzato dalla Prefettura e dall'Università, il Prefetto Francesco Messina ha voluto sottolineare che i femminicidi in Italia sono molto meno di quelli di cui si parla. 40 e non 105, contabilità tragica che comunque ad oggi dovrebbe essere aggiornata a 107 se stiamo invece a quello che dichiarano  associazioni e osservatori e anche l'Istat. Ciò ha comportato che pure molti politici e osservatori si sono messi a discutere queste cifre, parliamo di uccisioni di donne, basandosi su quel dato quasi a dire che in fondo un allarme vero e proprio non c'è. Questo detto in giorni in cui era altissima non solo l'attenzione sul caso di Giulia ma anche l'emozione.

Se già può sembrare poco opportuno quindi, scegliere tale momento per fare questo tipo di osservazioni e puntualizzazioni, appare davvero di pessimo gusto l'iniziativa messa in campo dall'ultra destra. Casa Pound ha infatti deciso, in diverse città italiane, di fare una campagna al contrario utilizzando una immagine di Filippo Turetta, modificata, capovolgendo di fatto la questione: “Ma quale patriarcato? Questo è il vostro uomo rieducato”, recita il manifesto. Inutile dire che la cosa non è piaciuta ai più. 

Il papà di Giulia, il signor Gino Cecchettin, ha detto nelle occasioni in cui ha preso parola di voler trasformare tutto quello che sta vivendo con la sua famiglia in qualcosa di buono, perché è quello che sua figlia avrebbe voluto. Ha lanciato messaggi affinché donne di qualsiasi età si proteggano, denuncino situazioni che possono portare a drammatici finali. Lo ha fatto con sincerità e semplicità. Se non fosse per altro, almeno per il rispetto che si deve a quest'uomo, a volte si potrebbe anche scegliere la strada del silenzio. 

Turetta Casa Pound

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