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Cronaca Cadoneghe

Autovelox: chiesto il rinvio a giudizio per l'ex comandante Moro e l'agente Ferracin

Entrambi sono accusati di falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale ma per l'ex comandante c'è anche l'accusa di tentata concussione

Il pubblico ministero Benedetto Roberti ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex comandante facente funzioni della polizia locale di Cadonehge, il 63enne Giampietro Moro e l'agente Mattia Ferracin, di 32 anni. Entrambi sono accusati di falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale, e per Moro c'è anche la tentata concussione. Si andrà in tribunale quindi, per chiarire come i due rilevatori di velocità che tra luglio e agosto scorso, in appena due mesi, hanno "prodotto" più di 60 mila contravvenzioni.

La notte del 9 agosto, quando ancora esisteva il "fenomeno Fleximan",  l'autovelox che si trova a ridosso dell'incrocio con via Donizetti è stato addirittura fatto esplodere. Erano i giorni delle proteste dei cosiddetti "multati di Cadoneghe", che hanno dato battaglia manifestando anche sotto la Prefettura di Padova e attirando l'attenzione di tutti i media nazionali. 

Secondo l'accusa i due rilevatori non sono mai stati tarati come è invece obbligatorio fare. E a farlo avrebbero dovuti essere stati proprio Moro e Ferracin. Secondo l'accusa poi, quando il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro, ha chiesto dei chiarimenti sul motivo di un numero tanto elevato di multe, sempre Moro e Ferracin avrebbero redatto tre atti pubblici falsi che riportavano le date del 21 e del 22 giugno scorso. Ma ci sarebbe di più. Sempre secondo l'accusa i rapporti tra l'ex comandante Moro e il sindaco Schiesaro non erano affatto buoni da tempo e sembra che il primo abbia fatto prima pressioni e poi manifestato l'intenzione di creare problemi al primo cittadino proprio usando le multe, se non avesse ottenuto una promozione e quindi uno stipendio maggiore. Da qui l'accusa di tentata concussione.

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