Non si apre la Pec, azienda fallisce ma non lo sa: in 11 senza lavoro

Un'intera azienda fallita, commesse per milioni di euro annullate, conti correnti bloccati e undici dipendenti licenziati per colpa di una Pec (posta elettronica certificata). Una storia che ha dell'incredibile, quella riportata dai quotidiani locali, e che ha per protagonista una ditta con sede in viale dell'Industria a Padova. Il proprietario dello stabile in cui venivano svolte le attività, in particolare progettazione di arredi, avrebbe presentato in tribunale una richiesta di fallimento per gli inquilini morosi: i titolari dell'impresa non gli avrebbero corrisposto alcune rate dell'affitto mensile. Istanza accolta dal giudice e "notificata" agli interessati tramite, appunto, una Pec.

FALLIMENTO. I fatti risalirebbero a fine maggio scorso (la ditta compare nel portale dei fallimenti del tribunale di Padova il 26 del mese). Quella mail, però, i destinatari non sarebbero mai riusciti ad aprirla. Primo, perché non dotati di firma digitale, solo modo per avere accesso al contenuto; secondo, perché per un errore della cancelleria neppure esisteva un contenuto: mancavano gli allegati al testo. Una svista impressionante. Il titolare dell'azienda sarebbe venuto a conoscenza del fallimento della sua società per puro caso, senza avere neppure modo di opporsi.

RICORSO. Un danno enorme, sia per le commesse perse, sia per i lavoratori rimasti a piedi. E tutto, per un mastodontico errore tecnico. Lo scorso 14 agosto, la Corte d'Appello di Venezia avrebbe accolto, per "vizio di forma",  il ricorso della sfortunata impresa, tornata dunque "in bonis". Ma il verdetto non cancella le pesanti conseguenze (a livello d'immagine, di dipendenti e di spese) di questa brutta vicenda.