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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Cadoneghe

Il finto avvocato "Rossi" truffa un anziano, ma in stazione viene catturato

Ennesimo episodio ai danni di una persona fragile ieri 9 gennaio a Cadoneghe. La vittima è stata circuita da un sedicente maresciallo che gli ha comunicato un grave incidente che ha visto coinvolto il figlio

I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Padova hanno individuato ed arrestato ieri 9 gennaio il truffatore, un giovane diciottenne di Pomigliano D’Arco (Napoli). È stato lui a fingersi avvocato, e grazie alla complicità di un secondo soggetto a sua volta spacciatosi per maresciallo dei carabinieri a convincere il 78enne a consegnargli più di 3.500 euro e diversi beni in oro a titolo di cauzione per il rilascio del figlio, che gli aveva fatto credere trovarsi in stato di fermo in caserma per aver provocato un incidente stradale e fatto finire in ospedale una madre e la sua bambina. A cadere nella trappola del finto incidente è stato Giampietro, 78 anni di  Cadoneghe. Nel frattempo sono state tentate altre truffe che non sono andate a buon fine e le vittime hanno avuto un ruolo decisivo nel mettere gli investigatori sulle tracce del malvivente.

La cronaca

Il fatto è avvenuto nella giornata di ieri a Cadoneghe. I poliziotti della Squadra Mobile si sono trovati di fronte al solito schema delittuoso. Truffatori che contattano le vittime designate sulle loro utenze fisse di casa, fingendosi appartenenti alle forze dell’ordine ed avvocati, ed ingenerando in loro il timore di un pericolo immaginario con la finalità di farsi consegnare denaro e preziosi. Intorno alle 13,30 di ieri Giampietro ha ricevuto sulla propria utenza fissa una telefonata proveniente da un numero 
sconosciuto. A parlare dall’altro capo del telefono una voce maschile, senza particolari inflessioni dialettali. L’interlocutore, qualificatosi subito come maresciallo dei carabinieri, senza fornire indicazioni sul proprio cognome, gli comunicava che il figlio aveva provocato un incidente investendo una donna e la sua bambina, entrambe finite in ospedale; per tale ragione era in stato di fermo, in attesa che ne venisse disposto l’arresto. L’unico modo per evitarlo era pagare la somma di denaro di almeno 8.500 euro. A quel punto Giampietro, convinto della veridicità della notizia, spaventato e profondamente turbato per la sorte che sarebbe toccata al figlio se non avesse pagato quanto richiesto, ha risposto che al momento poteva racimolare meno della metà della somma, offrendosi però di consegnare anche tutti i propri beni in oro. Raggiunto il proprio scopo, il sedicente maresciallo gli chiesto se avesse nella disponibilità anche un telefono cellulare, perché lo avrebbe dovuto far contattare da un certo avvocato “Rossi”. Mentre era ancora in linea con il falso maresciallo, Giampietro ha ricevuto in effetti una seconda telefonata sul proprio cellulare. A parlare era un uomo che si è presentato come avvocato Rossi, che gli ha chiesto di pesare l’oro, avvertendolo che a breve lo avrebbe raggiunto direttamente a casa per riscuotere il tutto.

La truffa

Mentre era ancora impegnato al telefono con il finto maresciallo, Giampietro è stato invitato ad aprire la porta al sedicente avvocato. A presentarsi, un giovane, che lo ha invitato a non riattaccare  e nel frattempo  a consegnargli  il denaro, più di 3500 euro e i monili in euro. Dopo essere rimasto in casa per circa 20 minuti, sincerandosi che non vi fosse nient’altro di prezioso da arraffare, il finto avvocato si è allontanato. È a quel punto che sono entrati in scena i poliziotti della Squadra Mobile. Allertati per alcune chiamate segnalate al 113 da altri anziani che al pari di Giampietro avevano ricevuto nel corso della mattinata delle telefonate sospette da parte di un finto maresciallo, gli agenti hanno nel frattempo avviato alcuni accertamenti. Basandosi su quanto appurato in occasione di recenti loro arresti messi a segno nei confronti di altri truffatori, gli investigatori hanno verificato i nominativi di viaggiatori provenienti dal sud Italia giunti alla stazione di Padova nelle ore precedenti. Grazie all’esperienza maturata, hanno da subito individuato, attraverso una meticolosa visione delle immagini videoriprese dalle telecamere della stazione, nel giovane 18enne originario di Pomigliano D’Arco il possibile complice del finto maresciallo.

L'arresto

Sceso in mattinata da un treno proveniente da Napoli, vestito con un giubbotto di colore chiaro con scritte verdi, il giovane è rimasto diverso tempo, ed apparentemente senza motivo, all’interno della stazione, passeggiando nervosamente e guardando insistentemente il proprio cellulare, ricevendo messaggi e brevi chiamate, fino ad un’ennesima, ricevuta la quale si è allontanato dalla stazione scomparendo dalle immagini. Gli investigatori hanno deciso quindi di attenderlo, appostandosi lungo i binari ed il piazzale della stazione, certi che vi avrebbe fatto ritorno una volta messa a segno la truffa, pronto a lasciare la città col bottino. L’intuizione è risultata azzeccata. Il 18 enne ha infatti nuovamente raggiunto la stazione e lì è stato bloccato e controllato dagli agenti. Addosso gli sono stati trovati 3.500 euro e diversi beni in oro, il tutto contenuto in un sacchetto rosso e in diversi porta gioie, di  cui non è stato in grado di giustificare il possesso. Ai poliziotti è bastato dare un rapido sguardo al contenuto del suo telefono per risalire ad alcuni indirizzi, l’ultimo dei quali, in ordine cronologico, corrispondeva ad un’abitazione di Cadoneghe. Raggiunta velocemente quest’ultima, i poliziotti hanno trovato Giampietro con entrambi i telefoni, fisso e mobile, occupati. Proprio per assicurare al loro complice di avere il tempo di raggiungere la stazione ed allontanarsi il prima possibile dalla città. Solo con l’arrivo dei poliziotti il 78enne si è reso conto di essere stato vittima di una truffa e di aver incautamente consegnato tutto il proprio denaro e i propri beni ad uno estraneo. Ma la disperazione ha subito lasciato spazio all’immensa gioia di apprendere che quegli stessi poliziotti avevano già recuperato il bottino. Assieme a loro ed al figlio, nel frattempo arrivato anche lui nell’abitazione per tranquillizzarlo del fatto che stava bene, Giampietro ha raggiunto  la Questura, dove ha sporto la denuncia e riconosciuto nel giovane 18enne il falso avvocato Rossi.  Al  termine di tutto, Giampietro ha avuto indietro la refurtiva, ringraziando con una stretta di mano i poliziotti della Mobile e chiedendo una foto ricordo. Per il 18enne truffatore si sono invece aperte le porte del carcere di Padova. 

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