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Cronaca Montà / Via Due Palazzi

Impediscono che detenuto si lesioni con un temperamatite, agenti feriti in carcere

L'episodio martedì, nella casa di reclusione di via Due Palazzi. A renderlo noto il Sappe

Per impedire che un detenuto della casa di reclusione di Padova si lesionasse il corpo con la lama di un temperamatite, due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti feriti martedì nella struttura detentiva di via Due Palazzi. A renderlo noto il Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria).

LA VICENDA. “L’uomo, un detenuto dalla doppia cittadinanza italiana e della Guinea Equatoriale, è ristretto per diversi reati tra i quali quelli di lesioni, rapina, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e sconta un cumulo di pena sino al 2025 - segnala il segretario nazionale Sappe del Triveneto Giovanni Vona - Non è nuovo ad atteggiamenti aggressivi verso il personale di polizia e non più tardi di qualche mese fa si era reso protagonista di un analogo episodio. Ieri, l’uomo, ha tentato di appropriarsi di un temperamatite dall’ufficio di polizia interno alla sezione detentiva per poi usare la lama e lesionarsi il corpo. Gli agenti di polizia penitenziaria, che si sono accorti immediatamente del fatto, lo hanno bloccato ma il ristretto ha reagito con violenza e li ha colpiti. I due poliziotti, ai quali va la nostra solidarietà e vicinanza, hanno impedito più gravi conseguenze, ma è evidente che resta alta la tensione con la quale quotidianamente si confronta il personale”.

I NUMERI. Nella casa di reclusione di Padova erano presenti, il 31 agosto scorso, 596 persone detenute rispetto ai circa 400 posti letto regolamentari. Vona ricorda infine che “nei primi sei mesi del 2016 nelle carceri del Veneto si sono contati 142 atti di autolesionismo, 13 tentati suicidi sventati in tempo dai Baschi Azzurri, 3 suicidi, 141 colluttazioni e 47 ferimenti: numeri che fanno capire, più di mille parole, con quale e quanto stress operativo si confrontano quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Regione Veneto”.

LE CRITICITA'. Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolinea che “la polizia penitenziaria, a Padova e nelle altre 10 carceri del Triveneto, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante affollamento – al 31 agosto scorso erano infatti detenute complessivamente più di 3.200 persone, quattrocento in più rispetto alla capienza regolamentare delle carceri - credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando molti suicidi di detenuti o contenendo gli effetti devastanti di altrettanto numerosi atti di autolesionismo. Per questo, la polizia penitenziaria del Triveneto merita attenzione e rispetto e per questo il Sappe invierà una dettagliata nota sulle criticità delle carceri regionali che sarà portata all’attenzione del ministro della Giustizia Andrea Orlando e dei vertici dell’amministrazione penitenziaria”.

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