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Cronaca Camposampiero

Celiachia, a regime nuovo test molecolare all'ospedale di Camposampiero: esito lampo

Grazie ad un progetto pilota Gastroenterologia e Anatomia Patologica insieme con più certezze senza liste d'attesa: con il nuovo servizio si evitano ai pazienti il 60% di endoscopie digestive

Uno studio pilota basato sulla collaborazione tra reparti per eliminare le liste d’attesa. Così l’Alta Padovana, e in particolare il presidio di Camposampiero, ha portato a regime un servizio per accertare la celiachia grazie ad un tampone molecolare economico che riduce drasticamente i tempi di attesa ed individua efficacemente i casi di positività.

SINERGIA TRA REPARTI. “Nel Veneto siamo l’unica realtà che ha fatto della collaborazione interdisciplinare lo strumento idoneo per abbattere i costi delle prestazioni, le liste di attesa ed eliminare lo sperpero di esami inutili in quanto inappropriati – spiegano in coro Mauro Cassaro e Diego Fregonese, rispettivamente primari di Gastroenterologia e Anatomia Patologica protagonisti della positiva sinergia - Tutti i pazienti con una sintomatologia apparentemente riferibile a malattia celiaca ed afferenti alla Gastroenterologia di Camposampiero (Centro autorizzato regionale  alla certificazione  di malattia celiachia) potranno essere sottoposti a tampone buccale per lo studio molecolare dell’aplotipo DQ2/DQ8”.

ESITO IN 48 ORE. Si tratta di un semplice tampone buccale per l’analisi del Dna, con il quale si individuano pazienti a rischio di celiachia. L’utente dovrà semplicemente recarsi in Anatomia Patologica munito di ricetta medica (redatta dal gastroenterologo o dal medico di famiglia) per l’analisi dell’aplotipo per celiachia e senza alcuna lista di attesa essere sottoposto al prelievo. “In 48 ore il paziente o lo specialista che ha richiesto l’esame sarà messo a conoscenza dell’esito dell’indagine” aggiunge il dottor Cassaro.

DIAGNOSI PRECISA. “Sappiamo che apporre l’etichetta di celiaco ad un paziente ha dei costi importanti sia in termini di impatto psicologico sulla sua vita che sugli oneri economici del sistema sanitario. Per il paziente quell’etichetta significa cambiare per sempre il modo di alimentarsi ed entrare in un percorso fatto di periodici controlli clinici e strumentali, mentre per il sistema sanitario significa garantire una costosa dieta specifica con esenzione dalle spese e la gratuità degli esami necessari al monitoraggio della malattia – sottolinea Stefano Formentini, Direttore Sanitario dell’Ulss 15 Alta Padovana - Lo studio pilota condotto nel 2015, portato avanti dalla collaborazione tra Anatomia Patologica e Gastroenterologia dell’Ulss 15,  ha documentato come pazienti considerati celiaci, celiaci non erano e la loro malattia era da ascrivere ad altre forme di intolleranza. Ciò ad esempio ha evitato inutili endoscopie alleggerendo le liste di attesa della Gastroenterologia e nel contempo di andare alla ricerca di altre cause di malattia attraverso indagini più appropriate e meno costose, ma soprattutto di non marchiare erroneamente a vita un paziente come celiaco”. Lo studio pilota ha dimostrato che si possono evitare fino al 60% delle endoscopie digestive condotte per ricerca della celiachia e risparmiare ogni anno risorse umane ed economiche che si possono investire su altre forme di prevenzione secondarie.

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