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Cronaca

Anche il Padovano infestato dalla cimice asiatica: ecco tutto quello che c'è da sapere

Sopravvive all'inverno come adulto, riparandosi ad esempio all'interno delle case a partire dalle serate autunnali più fredde, riunendosi anche a migliaia di individui per lo svernamento

Si sta diffondendo anche nel Padovano, in particolare in questo periodo in cui i primi abbassamenti delle temperature la inducono a cercare riparo nel tepore delle abitazioni, assieme alla già fastidiosa presenza della specie autoctona, la "cimice asiatica", una nuova specie invasiva in grado di produrre danni alle produzioni agricole (alberi da frutto in particolare) e alle piante ornamentali.

UNIVERSITA' DI PADOVA AL LAVORO. Dal giugno scorso, la regione Veneto ha finanziato un progetto sperimentale di ricerca e intervento fitosanitario per proteggere frutteti e colture dagli attacchi della cimice asiatica (e in contemporanea della Drosophila cinese, il cosiddetto "moscerino della ciliegia"). La giunta regionale ha dato incarico al Dipartimento di agronomia dell’università di  Padova di sperimentare l’efficacia di metodi naturali nel controllo di questi insetti infestanti di recente introduzione in Italia. La cimice asiatica (nome scientifico Halymorpha halys), segnalata in Italia nel 2012, è stata individuata nel 2015 in provincia di Treviso, dove ha messo a repentaglio la produzione di frutteti e colture orticole.

DAL 2012 IN ITALIA. Originaria di Cina, Giappone e Taiwan, è stata accidentalmente introdotta anche negli Stati Uniti con i primi esemplari osservati nel mese di settembre 1998. In Italia il primo esemplare è stato rinvenuto in provincia di Modena nel settembre 2012 e studiato dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Da lì ha iniziato a diffondersi su tutto il territorio nazionale, venendo riconosciuta volgarmente come cimice cinese.

DESCRIZIONE. Gli adulti sono lunghi circa 1,7 centimetri e hanno la caratteristica forma a scudo comune anche in altre cimici. Ci sono varie tonalità di bruno sulla parte superiore e sul lato inferiore, con toni di grigio, bianco sporco, nero, rame e macchie di colore bluastro. Altri caratteri di riconoscimento di questa specie comprendono le bande luminose alternate sulle antenne e bande scure alternate sul bordo esterno dell'addome. Le zampe sono marroni con deboli chiazze bianche o strisce. Lo sbocco delle ghiandole odorifere si trova sul lato inferiore del torace, tra la prima e la seconda coppia di zampe, e sulla superficie dorsale dell'addome.

RIPRODUZIONE. Nei luoghi di origine (Giappone, Cina, penisola coreana e Taiwan) si ha una sola generazione all'anno, mentre nelle zone più favorevoli fino a quattro. Le femmine si accoppiano più volte di seguito e l'accoppiamento dura circa 10 minuti (molto meno rispetto a specie affini). Vengono depositate tra 100 e 500 uova, con una media intorno a 250 uova. Il tempo di sviluppo degli animali adulti dipende dalla temperatura e dalla dieta (in condizioni di laboratorio dura circa 50 giorni). 

DANNI IN AGRICOLTURA. È un insetto infestante altamente polifago che può causare danni estesi alla frutticoltura (soprattutto alle Rosaceae) e all'orticoltura (soprattutto Fabaceae). In Italia si sono già registrati attacchi su alberi da frutto quali: albicocco, ciliegio, fico, kiwi, melo, melograno, nocciolo, noce, pero, pesco, susino e ulivo; mentre tra le ortive danneggiate si elencano il pomodoro, il fagiolo, il peperoncino, la zucca e molto altro ancora. Si tratta di un insetto che per nutrirsi perfora i tegumenti della pianta ospite con l'apparato boccale modificato; questa modalità di alimentazione comporta, in parte, la formazione di fossette o aree necrotiche sulla superficie esterna dei frutti, la punteggiatura della foglia, la perdita di semi, e l'eventuale trasmissione di patogeni vegetali.

DISAGI IN CASA. Penetra nelle case in autunno con più frequenza rispetto ad altri membri della famiglia. L'insetto sopravvive all'inverno come adulto, riparandosi all'interno di case e altri ripari a partire dalle serate autunnali più fredde, spesso riunendosi a migliaia di individui nei siti di svernamento. Gli adulti possono vivere da diversi mesi a un anno. Una volta all'interno del riparo, andranno in uno stato di ibernazione, aspettando la fine dell'inverno; tuttavia il calore all'interno della casa spesso li induce a ridiventare attivi, e possono volare maldestramente intorno a lampadari o fonti luminose.

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