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Cronaca Cittadella

Cittadella, operazione ''Dirty Plastic'': maxi evasione da 22 milioni

La Guardia di Finanza ha messo la parola "fine" su una truffa che coinvolge un'azienda dell'Alta padovana specializzata in materiale plastico che otteneva crediti dalle banche presentando distinte di ricevute bancarie compilate con dati falsi. Gli assegni riciclati a San Marino

guardia-finanza_3Una fortuna personale da 22 milioni di euro costruita a colpi di truffe alle banche, frodi fiscali e riciclaggio internazionale di denaro sporco. Una banda di professionisti del crimine finanziario che però ha infine incrociato sulla sua strada l'occhio attento e vigile della Guardia di Finanza. Tutto nasce da una verifica fiscale a una ditta operante nell’ingrosso di materiale plastico con sede a Cittadella. Salta fuori un giro di fatture false, omesse dichiarazioni e altre nefandezze contabili da oltre 14 milioni di euro. Gli accertamenti amministrativi assumono ben presto la natura di investigazione penale e si scopre che le fatture false non servivano solo a frodare l’erario, ma pure ad ottenere indebiti finanziamenti da sei agenzie di altrettanti istituti creditizi nazionali.

Il meccanismo fraudolento era così congegnato: i due titolari dell'ingrosso di materiale plastico (e da qui il nome dell'operazione, ''Dirty Plastic''), con l'ausilio di cinque complici riuscivano ad ottenere linee di credito dalle banche presentando distinte di ricevute bancarie compilate con dati falsiCrediti fasulli, vantati a fronte di fittizi rapporti commerciali con altre aziende operanti nel medesimo comparto merceologico, alcune delle quali amministrate sempre dagli stessi truffatori. Grazie a questo sistema, la banda è riuscita ad accumulare in due anni oltre un milione e 400 mila euro di indebiti finanziamenti. Quasi l'intera somma è stata poi riciclata da altri tre complici della banda in alcune banche di San Marino, con la negoziazione allo sportello di 147 assegni recanti importi volutamente bassi per sfuggire alla normativa antiriciclaggio.

Attraverso una rogatoria internazionale sono stati identificati i tre ''pulitori'' del denaro sporco ed è stato accertato che in quattro conti correnti, accesi all'ombra del monte Titano, sono transitati nel breve volgere di un anno, più di 1500 assegni, per un ammontare complessivo di oltre 22 milioni di euro. Impressionanti anche i numeri dell'evasione fiscale perpetrata dalla gang del crimine finanziario: 10 milioni di ricavi non dichiarati, 2,8 milioni di Iva dovuta e proventi illeciti che superano l'1,4 milioni di euro.
 
Nel quadro accusatorio posto all’attenzione dell’autorità giudiziaria di Padova figurano, infine, anche 4 lavoratori in nero, altre 5 società evasori totali operanti nel Nord Italia e segnalate ai reparti competenti per territorio, un’ulteriore truffa aggravata ai danni di tre banche friulane (per la quale le indagini sono state condotte dalla procura di Udine) e il rigetto di una istanza di rimborso Iva relativa al primo trimestre del 2008 pari a 389 mila euro a carico di una società di Nove (Vi) che utilizzava false dichiarazioni d’intento rilasciate dalla ditta cittadellese.

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