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Cloe Bianco, gli studenti insistono: «La Donazzan deve dimettersi». E Zan chiama in causa Zaia

Mentre si moltiplicano le iniziative degli studenti dopo la tragedia della professoressa, anche il parlamentare del Pd torna a chiedere al Presidente che l'assessore all'istruzione venga rimossa dal suo incarico

La drammatica vicenda di Cloe Bianco il cui corpo carbonizzato è stato ritrovato all'interno del suo camper, che lei definiva la sua "piccola casa su quattro ruote", non cessa di far discutere. E non potrebbe essere altrimenti, visto quanto è accaduto.

Tantissime le manifestazioni di Rete degli studenti medi e Udu che hanno organizzato, anche questa mattina di martedì 21 giugno, un'iniziativa di fronte all'istituto Scarpa Mattei di San Donà di Piave. E' lì che ha insegnato la Bianco fino a che, dopo le dure critiche dell'Assessore regionale all'Istruzione del Veneto Elena Donazzan e le feroci polemiche che ne seguirono, venne sospesa dall'insegnamento e relegata a ruoli di segreteria. La 58enne, che all'Istituto Agrario insegnava Fisica, fece pure ricorso al tribunale del lavoro di Venezia che sentenziò: «Se tempi e modi di tale scelta fossero stati attuati diversamente, questa sarebbe stata responsabile, corretta e consona alla funzione di docente». L'assessore Elena Donazza, guai a chiamarla assessora, si è difesa in questi giorni dichiarando che è la comunità Lgbtqia+ che sta strumentalizzando il caso e che sono loro che hanno abbandonato l'insegnante. Donazzan aveva poi definito Bianco, «un uomo vestito da donna». 

Di tutt'altro avviso il Presidente della Regione, Luca Zaia:«Per me era una donna a tutti gli effetti, visto che tale si sentiva». Subito dopo questa affermazione, l'onorevole Alessandro Zan ha così twittato: «Zaia dice che Cloe Bianco era una donna a tutti gli effetti e che i suoi diritti erano garantiti dalla Costituzione. Bene, per essere credibile ritiri le deleghe alle pari opportunità e all’istruzione a Donazzan, che quei diritti ha violato nell’esercizio delle sue funzioni».

Per giovedì mattina è invece intanto prevista una mobilitazione regionale proprio di fronte a Palazzo Ferro Fini per chiedere le dimissioni dell'assessore regionale, Elena Donazzan. Non è la prima volta che l'esponente di Fratelli d'Italia finisce sotto tiro, come quando cantò una canzone del ventennio ad un programma radiofonico o come quando ha celebrato nel 2021, il 25 aprile di fronte a una foiba in cui furono uccisi soldati nazisti. a celebrare la festa della Liberazione, il 25 aprile, alla foiba Buso de la Spaluga sul monte Corno, a Lusiana. Non un luogo qualsiasi, ma quello in cui furono uccisi 14 soldati nazisti, come spiegò Carlo Cunegato, consigliere comunale di Schio. Lei, invece, sostenne che si debbano celebrare tutti i morti e le vittime della guerra e del periodo dal 1943 al 1945. 

Come dice Beatrice Urso della Rete degli Studenti Medi, «il rapporto tra assessorato e studenti è sempre mancato. Durante il periodo del Covid rappresentanti di vari istituti hanno chiesto di poterla incontrare. Una possibilità che c'è sempre stata negata. I casi in cui ha messo in imbarazzo noi studenti e i tanti insegnati e lavoratori della scuola, sono tantissimi. Omofobia e transfobia non dovrebbero avere cittadinanza nelle aule scolastiche, perché la scuola dovrebbe essere prima di tutto inclusione. Per questo torniamo a ribadire che è tempo che si faccia da parte». 

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