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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca San Lazzaro / Via San Marco, 51

Accoltellarono e rapinarono un giovane a Villa Italia, 13 anni ai tre fratelli aggressori

La condanna emessa nel maggio 2018 è diventata effettiva per i fratelli Arfa, che il 13 luglio di due anni fa tesero un agguato a un connazionale e due amiche per vecchi attriti

Dovranno scontare complessivamente 13 anni e 3 mesi Samir, Jamel e Mohamed Arfa, i tre fratelli tunisini responsabili dell'accoltellamento ai danni del 29enne Alì Kherfani e della rapina di due amiche moldave di quest'ultimo. La condanna al termine del rito abbreviato è diventata effettiva ed è stata notificata ieri dai carabinieri ai tre che si trovavano già agli arresti domiciliari.

Le condanne

La pena più pesante ha colpito il più giovane, il 25enne Mohamed, che sconterà quattro anni e mezzo. Di poco inferiori quelle assegnate ai fratelli: quattro anni e cinque mesi al 30enne Jamel e quattro anni e quattro mesi al 34enne Samir. L'iniziale accusa di tentato omicidio era stata derubricata dal pubblico ministero in lesioni volontarie aggravate a cui si aggiungeva quella di rapina. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a dodici anni, salita a quindici al termine del processo concluso a maggio 2018 e perfezionata negli attuali tredici anni e tre mesi. A notificarla sono stati i carabinieri di Prato della Valle che lunedì hanno raggiunto gli Arfa nel luogo in cui stavano scontando i domiciliari.

L'episodio

Erano le 2.30 della notte del 13 luglio 2017. I tre fratelli a bordo della loro utilitaria erano arrivati nel parcheggio del locale Villa Italia a Ponte di Brenta. Aspettavano Kherfani, connazionale e vecchia conoscenza con cui già in Tunisia avevano avuto vari screzi proseguiti anche dopo il trasferimento a Padova. Erano certi di trovarlo lì e così è stato. Il ragazzo è uscito insieme a due amiche moldave e si è trovato sotto i fendenti degli Arfa. Almeno dieci quelli che lo hanno colpito a testa, tronco e gambe. Le grida avevano richiamato la security e messo in fuga gli aggressori, non prima che rapinassero le donne di un cellulare e qualche banconota. Kherfani, costituitosi parte civile al processo, se l'era cavata con una prognosi di due settimane. Le testimonianze e le immagini video avevano permesso ai carabinieri del Norm di Padova di arrestate gli Arfa dopo meno di ventiquattro ore. Si erano nascosti nella loro casa di via Savonarola, dove gli inquirenti hanno trovato gli abiti ancora sporchi di sangue e la refurtiva.

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