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800 ANNI / Piazze / Piazza Garibaldi

A due passi dal Bo la contro-inaugurazione dell'anno accademico del collettivo Spina

La manifestazione è prevista per il 19 maggio alle 11 in piazza Garibaldi, in contemporanea con la cerimonia organizzata dall'Ateneo

Giovedì 19 maggio non ci sarà solo l'inaugurazione dell'anno accademico numero 800 dell'Ateneo patavino. Ci sarà anche una contro-inaugurazione. L'ha organizzata il collettivo universitario Spina e vi parteciperanno anche i sindacalisti di Snals. L'appuntamento è alle 11 in piazza Garibaldi a Padova.

La manifestazione

«La decisione da parte dell’Università di tenere l'evento a porte chiuse esclude la possibilità di partecipazione da parte di chi l’università la vive quotidianamente, fatta eccezione per una sola rappresentante sindacale in nome di tutti gli studenti - fanno sapere dal collettivo - Siamo di fronte ad una contraddizione evidente: il rifiuto di aprire un dialogo con chi l’università l’attraversa, chiudendosi in un’autocelebrazione, quando invece dovrebbe dare spazio alla nostra esperienza, per poter riflettere su cosa significhi stare in università in questo momento, per affrontare gli innumerevoli problemi che sono emersi in questi anni di pandemia. Da questa celebrazione restano escluse tutte le persone e le questioni che per qualche motivo non si vogliono nominare, o delle quali è scomodo parlare. Da questa celebrazione restano esclusi tutti gli studenti che per due anni sono stati costretti alla didattica a distanza, a vivere l’università attraverso uno schermo con tutte le conseguenze relative alla salute mentale e non solo, per i quali l’università non ha mai fatto uno sforzo concreto per riaprire mentre tutte le scuole superiori riportavano l’insegnamento in presenza. Da questa celebrazione - continuano - restano escluse le nostre tasse mai ridotte in tempo di pandemia, mai ridotte con l’avanzare del carovita e dei costi degli affitti e delle utenze a Padova. Da questa celebrazione restano esclusi gli studenti internazionali che non sono riusciti a trovare una casa durante il corso dell’anno, e che hanno cambiato decine di alloggi costosissimi senza riuscire a trovare una sistemazione definitiva, ai quali l’università ha semplicemente dato un minimo aiuto economico, senza di fatto risolvere il problema abitativo. Restano esclusi gli studenti idonei ma non beneficiari della borsa di studio. Noi non ci stiamo - concludono - noi non vogliamo starci, noi vogliamo restare fuori. Pensiamo che il palco del 19 debba far parlare chi vive gli spazi universitari quotidianamente, debba dare voce a chi rende viva la nostra università, debba dare spazio a chi è veramente l’università, e l’università di Padova siamo noi, che ogni giorno la attraversiamo, studenti, professori, impiegati».

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