Stretta anti droga dal Viminale: cinofili e forze dell'ordine fuori dalle scuole padovane
Rientro a scuola con sorpresa lunedì mattina in tre istituti del capoluogo: al Gramsci, al Camerini Rossi e al Don Bosco i giovani hanno trovato polizia e carabinieri ad attenderli
Scatta anche a Padova il progetto di contrasto alla droga "Scuole sicure", fortemente voluto dal ministro Salvini. Le forze dell'ordine si sono divise gli istituti da setacciare.
Istituti al setaccio
Polizia, carabinieri e polizia locale erano già davani ai cancelli prima della campanella di lunedì mattina. Dalle 7.45 si sono schierati davanti ad alcune scuole superiori della città insieme ai nuclei cinofili per scoprire eventuali traffici illeciti o consumatori abituali tra i giovani alunni, per la maggior parte minorenni. La polizia si è schierata con diversi agenti all'istituto tecnico Gramsci di via Canestrini. Il centro professionale Camerini Rossi di via Beato Pellegrino è stato pattugliato dai carabinieri e il liceo Don Bosco in via De Lellis dalla municipale. Prova superata per tutti gli studenti: i controlli non hanno rilevato stupefacenti.
Il progetto del Viminale
I pattugliamenti e la lotta allo spaccio tra le mura scolastiche fanno parte del progetto "Scuole sicure" promosso dal ministro dell'Interno Matteo Salvini in una decina di città italiane. Dopo un tavolo tecnico, il Ministero ha dato precise indicazioni alle forze dell'ordine per portare a termine pattugliamenti serrati. L'adozione del piano nella città del Santo aveva creato non poche polemiche, riprese anche dall'assessore alle Politiche scolastiche Cristina Piva, contraria all'idea del proibizionismo imposto e dell'iper controllo che lede la libertà dei giovani.