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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus: primi due casi sospetti nel Padovano, l’ospedale di Schiavonia verrà svuotato

A riferirlo è il presidente della regione Luca Zaia. Si tratterebbe di due persone il cui tampone ha dato esito positivo. Padova è l'hub Veneto per questo tipo di emergenza

Ci sono due casi sospetti di persone contagiate da Coronavirus in Veneto. A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia. Secondo quanto ricostruito si tratterebbe di due persone anziane (classe 1943 e 1952) risultate positive al primo test anti Coronavirus. Le due persone sono state ricoverate una quindicina di giorni fa all'ospedale di Monselice e residenti a Vo' Euganeo, nella zona dei Colli Euganei. In queste ore i due sospettati sono stati trasferiti all'ospedale di Padova, hub Veneto per l'emergenza.

L'unità di crisi

«Ci sono due casi sospetti, due cittadini veneti - dice Zaia - Ora stiamo attendendo le seconde analisi dall'istituto Spallanzani». Zaia ha già sentito il commissario Angelo Borrelli, e ora si trova  nella sede dell'unità di crisi per il Veneto in via degli Scrovegni a Padova, dove sono arrivati anche l’assessore regionale Manuela Lanzarin, il sindaco di Padova Sergio Giordani, l’assessore comunale Andrea Micalizzi e il prefetto di Padova Renato Franceschelli. I tamponi sono già stati spediti allo Spallanzani di Roma per essere campionati e analizzati. Delle due persone ricoverate uno sarebbe in gravi condizioni.

Luca Zaia

Queste le dichiarazioni rilasciate da Luca Zaia dopo il tavolo di crisi: «Svuotiamo progressivamente su mia scelta l’intero ospedale di Schiavonia, contiamo di farlo in 5-6 giorni. Ho già dato disposizioni alla protezione civile che allestisca un primo campo base con le tende a Schiavonia dal punto di vista prudenziale. Faremo lo screening a tutti i pazienti e al personale dell'ospedale di Schiavonia e ai cittadini di Vo' con chiusura di tutti i luoghi pubblici tra bar, scuole e altri luoghi di aggregazione. Evitate i luoghi affollati per il rischio di contagio».

Sergio Giordani

Queste, invece, le dichiarazioni rilasciate al termine del tavolo di crisi da Sergio Giordani, sindaco di Padova: «Seguo la situazione con la massima attenzione e lo farò costantemente e per tutto il tempo che sarà necessario. Già da stasera abbiamo allertato tutta la struttura direttiva comunale, pronti ad affrontare ogni situazione per quanto di nostra competenza su tutte le eventuali indicazioni che giungeranno della Regione e delle Autorità sanitarie. Ai padovani dico niente panico, fiducia nelle istituzioni e seguiamo tutti con attenzione le precauzioni e i consigli diffusi dal ministero della salute, la nostra è una comunità forte e coesa che saprà affrontare al meglio e in maniera solidale ogni passo che ci troveremo ad affrontare. Per ora nessuna particolare misura straordinaria è stata decisa dall’unita di crisi della regione Veneto per il territorio del comune di Padova».

Ospedale di Schiavonia chiuso

Giorgia Bedin, sindaco di Monselice, dichiara: «In questo momento l’unico comune che ha ricevuto disposizioni di chiusura da parte dell’unità di crisi è Vo’. Tutti gli altri comuni se la situazione dovesse evolvere riceveranno comunicazione dall’unita emergenziale. Ospedale di Schiavonia è chiuso e vengono fatti esami sui pazienti, medici e paramedici che si sono alternati durante la giornata. Vi aggiorneremo appena ci saranno novità. La situazione è in evoluzione continua ma siamo in contatto diretto con l’unità emergenziale».

«Restate a casa»

Breve dichiarazione del sindaco di Vo', Giuliano Martini, che lancia anche un appello ai suoi compaesani: «Per questo fine settimana non frequentate locali pubblici e restate possibilmente a casa. Le scuole rimarranno chiuse. Le due persone positive al Coronavirus si conoscono e potrebbero anche essere venute a contatto con chi ha diffuso il virus in due momenti diversi».

I tamponi

Tutti i medici e i sanitari dell'ospedale di Schiavonia sono stati sottoposti nei giorni scorsi ai test che hanno dato esito negativo. Il laboratorio di riferimento regionale di Padova ha finora effettuato 137 test per la conferma diagnostica, che sono risultati tutti negativi. Come da indicazioni della Circolare Ministeriale, i bambini che frequentano i servizi educativi dell'infanzia e gli studenti fino alla scuola superiore di secondo grado, che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall'epidemia, sono stati sottoposti a una sorveglianza sanitaria attiva, ed è stata favorita l'adozione della permanenza volontaria fiduciaria a domicilio. Finora i bambini e adulti in isolamento fiduciario sono 77. 

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