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Cronaca

Il maschio del terzo millennio è in crisi: si isola, fa l'amore in rete e medita gesti estremi

L'analisi della Fondazione Foresta Onlus nella giornata internazionale dell'uomo (o festa dell'uomo): evento internazionale annualmente celebrato il 19 novembre

I giovani, figli di una civiltà che ha modificato negativamente l’ambiente in cui vivono, portano i segni dell’influenza dell’inquinamento indotto dalle conseguenze dei prodotti derivanti dalle sostanze chimiche e dalla plastica (disturbatori endocrini) che determinano modificazioni del sistema endocrino riproduttivo e sessuale. È ormai accertato dalla letteratura scientifica internazionale che queste sostanze riducono il potenziale di fertilità del maschio, determinano un aumento del tumore testicolare e dagli studi del gruppo di Padova coordinato dal prof Carlo Foresta, emerge anche un loro coinvolgimento nella variazione antropometrica del giovane maschio caratterizzata da una aumento della statura per un anomalo incremento in lunghezza delle gambe. La stessa chiave di lettura può essere data alla impercettibile ma significativa riduzione della lunghezza del pene dei giovani ventenni e dalla riduzione della distanza ano-genitale che si riduce quando gli ormoni testicolare sono più bassi o funzionano meno.

PRIME ESPERIENZE IN RETE.

I giovani sono inoltre figli di una società profondamente cambiata nella sua strutturazione: sono di frequente figli unici, figli di genitori anziani, figli di genitori separati. La conseguenza di queste modificazioni è alla base di un isolamento familiare sostituito da internet e dalla frequentazione multimediale con realtà e amicizie fittizie. Persino le prime esperienze sessualie in molti casi la continuità di queste esperienze si realizza e si consuma attraverso la multimedialità delle proposte. Le conseguenze di questo fenomeno sono la scarsa propensione alle conoscenze reali e il mancato desiderio nella ricerca di esperienze sessuali reali.

L'UOMO NON "DEVE" AMMALARSI.

Il modello di maschio, ancor oggi dominante è quello di una figura altamente caratterizzata nell’immaginario di forza, dominanza ed iperefficienza, sprezzante delle emozioni. Si tratta di un immaginario che, alla luce dei recenti cambiamenti sociali, viene per alcuni versi pesantemente condannato (vedasi i numerosi movimenti contro la violenza di genere, ecc.), ma che dall'altro fatica ancora a trovare dei validi modelli alternativi possibili di riferimento. La mancata evoluzione del maschio nei cambiamenti della società si intravvede ancora nella scarsa propensione che l’uomo ha nei confronti della prevenzione delle malattie e del senso del mantenimento dello stato di salute. Il presupposto che l’uomo “forte” non deve ammalarsi mai fa si che non vi sia prevenzione, ne attenzione per malattie come l’obesità, il diabete, l’ipertensione, le patologie cardiovascolari, l’osteoporosi, i tumori ecc. Queste patologie sono più frequenti nel maschio ed è da ascriversi a questa disattenzione la riduzione dellaspettanza di vita dell’uomo rispetto alla donna (oltre 5 anni in meno)

SUICIDI.

Inoltre, il senso di sfida nei confronti dei pericoli, proprio dell’uomo che non deve chiedere mai, emerge dall’analisi della vita vissuta in situazioni a rischio come ad esempio: stili di vita a rischio (alcolici, fumo, droghe) più frequentemente utilizzate dagli uomini, malattie sessualmente trasmesse e difficoltà a concepire il pericolo derivante dal contagio sessuale con conseguente elevata prevalenza di infezioni. Tuttavia, Il concetto del maschio forte ed invincibile che giustifica i comportamenti appena considerati contrasta con un dato di assoluta debolezza del maschio: il suicidio. Il numero dei suicidi nei maschi è circa 3-4 volte più elevato rispetto a quello delle donne. Le motivazioni del suicidio possono essere varie: economiche, passionali…ma in ogni caso sono espressione di personalità deboli incapaci di affrontare le avversità di qualsiasi natura. Il maschio, incapace di esprimere e spesso di dare un nome e gestire le proprie emozioni, passa all'atto. E quasi sempre ci riesce. Perché, anche nel fallimento al suicidio, nel mancato suicidio, rischierebbe di emergere una forma di debolezza (così viene riferita l'esperienza di uomini che hanno fallito nel loro intento suicidario)

GRUPPI DI CONFRONTO.

L'immagine di uomo "forte a tutti i costi" costituisce un importante fattore di rischio per la salute fisica e il benessere emotivo e relazionale di molti uomini. Stress, frustrazione e più o meno consapevole disagio esistenziale accompagnano la vita di molti uomini a causa del confronto con l'immagine ideale e irraggiungibile di uomo "forte a tutti i costi". Queste analisi e queste considerazioni hanno indotto la Fondazione Foresta, in collaborazione con gli psicoterapeuti costituenti la Fondazione stessa, ad avviare dei gruppi di confronto tra uomini, dove potersi confrontare su queste tematiche, alla ricerca di nuovi modelli personali e sociali di maschilità. Per partecipare a questi incontri è possibile rivolgersi al Numero verde della Fondazione 800 100 123.

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