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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ruba l'identità di un poliziotto per attirare amicizie femminili: le prove nei computer

Digos e polizia postale coordinate dalla procura di Rovigo hanno denunciato un sessantenne italiano al termine di una lunga indagine nata da una segnalazione anonima

Si è finto un giovane e prestante agente di polizia, rubando la fotografia di un vero poliziotto e usandola per aprire un falso profilo Facebook attirando le attenzioni di diverse donne. La prova decisiva è arrivata grazie a una perquisizione, che ha costretto il responsabile ad ammettere le proprie colpe.

La segnalazione

Deve rispondere di furto d'identità il 62enne rodigino denunciato nei giorni scorsi al termine di un'indagine condotta dalla Digos e dalla polizia postale padovane coordinate dalla procura di Rovigo. L'inchiesta è nata qualche mese fa quando negli uffici della questura di Padova è arrivato un esposto anonimo che chiedeva di approfondire la situazione di un sedicente poliziotto. La segnalazione indicava un profilo Facebook con numerose fotografie della polizia, tra cui quella di un giovane agente che diceva di frequentare club privati di scambisti e lavorarvi come deejay. Un quadro non solo poco credibile, ma che gettava anche ombre poco lusinghiere sul corpo della polizia di Stato.

La perquisizione

Gli inquirenti hanno dunque attivato tutti i canali per verificare chi fosse il gestore di quella pagina, appurando ben presto che la foto profilo del giovane agente era stata rubata senza che il diretto interessato sapesse alcunché. Tracciando i dati online sono risaliti all'utenza telefonica collegata al profilo social, giungendo a identificare il 62enne. Il 20 gennaio, su mandato della procura, i veri agenti si sono quindi presentati nell'abitazione dell'uomo procedendo a una perquisizione. Nei suoi computer hanno trovato le prove decisive: era stato lui ad aprire e usare quel profilo, impossessandosi dell'identità di un altro uomo senza alcuna autorizzazione.

L'ammissione

Il rodigino ha immediatamente deciso di collaborare, ammettendo le proprie responsabilità. Agli inquirenti ha spiegato di aver usato quella foto e un nome falso per attirare amicizie femminili, facendo leva sul bell'aspetto e sulla sicurezza trasmessa dalla figura del poliziotto. Ulteriori accertamenti sono in corso sui dispositivi elettronici sequestrati per delineare compiutamente la vicenda. «Rendiamo nota la vicenda soprattutto per mettere in guardia chi naviga online» ha spiegato il dirigente della digos padovana Giovanni De Stavola «Non sempre le identità in rete corrispondono a quelle reali e il web può nascondere numerose insidie».

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