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Cronaca Arcella / Via Michelangelo Buonarroti

Accoltellati sotto gli occhi dei passanti, due feriti. L'aggressore cerca di far sparire l'arma

Brutale aggressione nella serata di domenica, con due uomini colpiti da profondi fendenti in mezzo alla strada. Ad attaccarli è stato un connazionale. Mistero sul movente

Il ferimento è avvenuto in via Buonarroti all'Arcella, all'altezza della piazzetta all'incrocio con via Curzola. Sono le 22 quando alla centrale operativa della questura arriva una segnalazione allarmata: «C'è una rissa, un uomo è stato accoltellato». A quell'ora bar e locali sono ancora aperti, tanti hanno visto.

La rissa

All'arrivo degli agenti i feriti sono ancora lì. Sono due nordafricani, uno sanguina da una mano, l'altro dal fianco sinistro. I tagli sono profondi, hanno trapassato i vestiti pesanti, ed entrambi vengono affidati all'ambulanza e portati al pronto soccorso. L'uomo colpito al fianco è in condizioni serie: anche se è fuori pericolo, ci vorrà un mese per guarire completamente.

Il sospettato

Prima di farli ricoverare i poliziotti li interrogano. I feriti raccontano che ad aggredirli è stato un connazionale armato di un lungo coltello scuro. Fanno il nome di un tunisino che vive poco lontano. La volante si precipita a casa del sospettato, in via Guicciardini, e lo trova in strada mentre getta la spazzatura. Il sospetto è immediato: in quel sacchetto potrebbe esserci l'arma di cui cerca di liberarsi.

Un piccolo arsenale e tanti sospetti

In effetti un'arma c'è, ma non è quella usata per l'aggressione. Viene sequestrato un coltello di 37 centimetri, il 37enne tunisino racconta di tenerlo con sé per difendersi in caso di attacco. Una storia sospetta, che spinge gli agenti a perquisire l'abitazione. Le conferma non mancano: in una stanza c'è un lungo machete di 57 centimetri, nel garage la prova regina, il coltello d'acciaio da 38 centimetri con cui erano stati feriti i due rivali, ancora sporco di sangue.

Indagini a tappeto

Dopo il sequestro delle armi il tunisino è stato portato in questura per l'identificazione e denunciato per lesioni aggravate. Per inchiodarlo bisogna provare che sia stato proprio lui a brandire la lama scagliandosi contro le vittime. Su questo versante le indagini procedono a ritmo serrato. Fondamentali saranno le testimonianze dei feriti, che saranno chiamati a riconoscere il sospettato. Resta avvolto dal mistero anche il movente del gesto, forse riconducibile a screzi di natura personale o debiti che hanno fatto degenerare il già furioso litigio.

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