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Cronaca

Padova, detenuto trovato con la droga dopo il colloquio in carcere con la compagna

Il Sappe: "Nelle carceri del Veneto, un detenuto su tre ha problemi di dipendenza da droga"

Un detenuto straniero del carcere di Padova è stato trovato in possesso di 43 grammi di hashish dopo avere sostenuto un colloquio con la sua convivente nell’Istituto di pena patavino. 

DETENUTO TROVATO CON LA DROGA. La donna, controllata dagli agenti della polizia penitenziaria, non è stata trovata in possesso di sostanza stupefacente ed anche la perquisizione della sua auto ha dato esito negativo. L’uomo con la droga, un detenuto nordafricano, ristretto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti e con un fine pena a novembre 2017, è stato denunciato all’Autorità giudiziaria.

IL SAPPE. "Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente - commenta Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) - evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere". "Questo episodio ci ricorda che il primo compito della polizia penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impone una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti", dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe.

"IN VENETO, UN DETENUTO SU TRE È TOSSICODIPENDENTE". "Dai dati in nostro possesso sappiamo che il 25% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su quattro, ha problemi di droga - evidenzia il Sappe - nelle carceri del Veneto questa percentuale sui tossicodipendenti ristretti in carcere sale al 32%, ossia un detenuto su tre ha dipendenza da droga. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all'interno di un ambiente di per sé cosi problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Ma, nel contempo, va stroncato con fermezza ogni tentativo illecito di introdurre e far circolare droga in carcere e va punito severamente chi se ne rende responsabile".

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