Disoccupato con debiti tenta rapina in banca, è libero: pena scontata
Il padovano Danilo Cappelletto, 43enne di S. Giorgio in Bosco, aveva tentato il colpo lo scorso settembre a Castelfranco. Subito arrestato, il giudice ora gli ha concesso la sospensione condizionale della pena
Senza lavoro da un anno, un debito da 40mila euro con le banche, l'artigiano 43enne Danilo Cappelletto di San Giorgio in Bosco non ha visto altra soluzione ai suoi guai economici che tentare una rapina in banca.
SENTENZA CON LO SCONTO. Così ha dichiarato lo stesso Cappelletto una volta seduto al banco degli imputati del tribunale di Treviso, dove è stato processaro per tentata rapina. E il giudice, vista la sentenza che lo ha praticamente reso nuovamente un uomo libero, ha riconosciuto tra le attenuanti la sua particolare condizione disperata.
LA TENTATA RAPINA. Il colpo, fallito, Cappelletto aveva tentato di metterlo a segno lo scorso settembre nel Trevigiano, alla filiale della Popolare di Vicenza a Castelfranco. Si era presentato allo sportello col viso coperto solo da un paio di occhiali da sole, in mano una borsetta di carta. Al suo interno, aveva detto minacciando l'impiegata, c'era una bomba. Ma di soldi la dipendente non potè dargliene manco uno, visto l'apertura solo a tempo della cassa. Uscito dalla filiale a mani vuote, il 43enne era stato arrestato poco dopo dai carabinieri. All'interno del sacchetto non era stata rinvenuta alcuna bomba, solo un servizio di bicchieri.
PRATICAMENTE LIBERO. Difeso dall'avvocato Alessandra Nava, Cappelletto è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione, dato anche il rito abbreviato, ma il giudice gli ha appunto concesso lo "sconto" di pena con la sospensione condizionale e il solo obbligo di firma al posto degli arresti domiciliari.
I PRECEDENTI. Quello a Castelfranco non era però il primo tentativo di rapina dell'uomo. Anche nel 2003 Cappelletto aveva già collezionato un arresto per dei colpi in banca a Vicenza e a Venezia.
