Due Palazzi, un detenuto "modello" nasconde droga nelle parti intime

Sono trascorsi pochi giorni dalla polemica del Sappe in merito al ritrovamento di chiavette usb e cellulari, nascosti nelle celle del Due Palazzi di Padova. Due episodi cui si aggiunge quello di martedì sera, quando, alle 20 circa, durante un normale controllo da parte del personale di polizia penitenziaria, un detenuto assegnato al lavoro all’esterno del carcere (senza nessuna scorta di polizia), nella sezione ad hoc per i carcerati in semilibertà, è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Nascoste nelle parti intime, il tunisino aveva quasi 10 grammi di hashish, 1,50 grammi di eroina e una pastiglia di droga sintetica, in uso a chi assume metadone.

DETENUTI "MODELLO"? “Sembra una storia infinita, quella delle criticità e delle problematiche della casa di reclusione di Padova - commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) - ancora una volta, a violare le regole e, in questo caso, a commettere reati, sono i detenuti modello. Non aiuta il fatto che nell'arco di poco tempo l'organico della polizia penitenziaria del carcere ha perso più di 40 unità, non sostituite, e questo, inevitabilmente, si traduce in livelli davvero minimi di sicurezza”.

DETENUTI STRANIERI. “È sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni '90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia”.