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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Cadoneghe / Via Giacomo Leopardi

Droga, 30 chili di eroina in casa dell'Ater: in manette un 56enne "Pensavo che fosse solo farina"

Il maxi deposito e il suo insospettabile custode scoperti tra i cunicoli del sottotetto di una palazzina popolare in via Leopardi a Cadoneghe. Tolte sul mercato decine di migliaia di dosi, per 2 milioni di euro

Maxi sequestro di droga, nel primo pomeriggio di mercoledì, in un alloggio dell'Ater a Cadoneghe.

ARRESTATO 56ENNE. Ben 30 i chilogrammi di eroina rinvenuti dai carabinieri della compagnia di Padova. Stupefacente destinato al capoluogo euganeo. Il deposito e l'insospettabile custode dell'ingente carico di droga sono stati scoperti in una casa popolare del comune della prima cintura urbana. In manette è finito un albanese di 56 anni, incensurato, assegnatario dell'alloggio. L'operazione ha assestato un duro colpo ai trafficanti di "morte" che operano su Padova, togliendo sul mercato decine di migliaia di dosi, comprate plausibilmente "all'ingrosso" per 600mila euro, e che nella vendita al dettaglio avrebbero fruttato circa 2 milioni di euro.  

DEPOSITO IN SOFFITTA. Erano giorni che i militari dell'arma della locale stazione avevano notato uno strano movimento nella palazzina residenziale di via Leopardi, abitata da 16 nuclei familiari. Gli investigatori, con molta discrezione, hanno fatto un riservato sopralluogo dei luoghi comuni del condominio come androni, sottoscala e sottotetto. Proprio là sopra, dopo aver ispezionato una serie di cunicoli, che all’origine dovevano essere dei ripostigli abbinati agli alloggi sottostanti, ma oggi in disuso, hanno trovato un borsone, un sacco bianco e due neri, contenenti quello che all’apparenza sembrava stupefacente.

Droga in soffitta casa Ater Cadoneghe

CON LE MANI TRA LA DROGA. Al termine di un lungo e paziente appostamento, documentato in un video e durato oltre 10 ore nell'angusta soffitta, l'attesa ha premiato i carabinieri che, verso le 15.30 di mercoledì, sono riusciti a smascherare chi andava a recuperare la droga. Si tratta di Ruzdhi E., albanese, incensurato, disoccupato, residente con la famiglia nell'alloggio popolare: la moglie, il figlio, la nuora incinta e la nipotina. L’uomo, molto disinvolto, si era mosso con passo sicuro lungo i cunicoli fino ad arrivare ai borsoni e, dopo essersi messo in tasca due involucri di cellophane, risultati contenere 100 grammi di cristalli di cocaina purissima, aveva tentato di allontanarsi, venenedo bloccato e arrestato dai militari in appostamento.

"PENSAVO CHE FOSSE FARINA". Nell’immediatezza, l'albanese ha riferito di non conoscere il genere di sostanza che si trovava nei borsoni. "Pensavo che fosse farina", ha detto, aggiungendo di essere solito portare questa sostanza ad un connazionale a lui sconosciuto, e di cui non ha saputo fornire alcuna descrizione fisica, in cambio di una cifra che sarebbe sempre oscillata tra i 500 e i mille euro a viaggio. L’esame attento del contenuto dei borsoni ha permesso di contare 28 chili di eroina (tra cui un unico sasso, ancora da raffinare, del peso di 7,9 chilogrammi) e altri 25 chili di sostanza da taglio. Tra il materiale sequestrato: bilancino di precisione, macchina e sacchetti per il sottovuoto, mascherine e tutto il necessaire per il confezionamento della droga. Su disposizione del pm di turno, Orietta Canova, il malvivente è stato portato nella casa circondariale di Padova in stato di arresto. Ulteriori indagini sono in corso per risalire all'intera filiera, a partire dai contatti telefonici dell'albanese, al quale sono stati sequestrati tre cellulari con altrettante schede sim. Ancora da ricostruire, dove lo stupefacente venisse raffinato, dato che in casa dell'arrestato non è stato trovato nulla di compromettente.

IL COMANDANTE PISCIOTTA RIFERISCE I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE:

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