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Droga, raffineria a Padova: 35 chili di eroina sequestrati e due arresti

Il blitz dei carabinieri sabato, nell'appartamento di un condominio al Bassanello. Due gli albanesi finiti in manette, tra cui un minore. Oltre allo stupefacente, 60 i chilogrammi di sostanza da taglio rinvenuti

Dopo aver fatto irruzione in un appartamento di un tranquillo condominio, si sono trovati davanti un vero e proprio laboratorio di raffinazione di droga. Il blitz dei carabinieri del comando provinciale di Padova è avvenuto sabato, alle 12.30, in via Vittorio Veneto, nel quartiere residenziale del Bassanello. Due le persone arrestate, 35 i chilogrammi di eroina sequestrati, assieme a 60 chili di sostanza da taglio - la cui vendita avrebbe fruttato al dettaglio 7 milioni di euro - e tutto il necessario per la lavorazione e il confezionamento della droga, destinata ai grossisti della piazza veneta e probabilmente proveniente dalla Turchia.

BOOM DI EROINA IN GIRO. A mettere in allarme i militari del nucleo investigativo l’ondata di eroina che iniziava a girare in città. L'ipotesi quindi che proprio nel capoluogo qualcuno si fosse messo a commercializzare grosse quantità di questo stupefacente il cui traffico, solitamente, è prerogativa della mala albanese. L'attenzione si è così concentrata sui movimenti di alcuni esponenti albanesi di spicco gravitanti in Veneto. Una volta raccolte più indiscrezioni convergenti circa la località in cui si sarebbe dovuto trovare il covo, appunto il quartiere Bassanello, è iniziata una ricerca porta a porta attraverso il monitoraggio di tutti i residenti, nonché dei clienti delle agenzie immobiliari che si occupano della zona.

Raffineria di eroina al Bassanello

LABORATORIO H24. A tradire i due "chimici" sono state le luci accese 24 ore su 24, anche in piena notte, dell'appartamento, ma soprattutto l’inconfondibile ronzio dei miscelatori, dei frullatori per alimenti opportunamente modificati e utilizzati per tagliare l’eroina pura con altre sostanze. Un paio di giorni di osservazione e sabato, quando il laboratorio era in piena attività, è scattata l’irruzione. Dopo aver sfondato la porta con un ariete, i militari dell’arma sono rimasti increduli per quello che si sono trovati davanti. Panetti di droga buttati ovunque, sacchi di sostanza da taglio, quattro presse per termosaldare gli involucri e una miriade di "frullatori" che giravano a più non posso.

Fatjon M.-2L'ARRESTO. I due albanesi presenti non hanno potuto che arrendersi e farsi arrestare. Uno dei due è un diciassettenne, l’altro, Fatjon M., un 25enne di Durazzo. Entrambi incensurati, il primo è stato portato alla casa di prima accoglienza di Treviso, il secondo alla casa circondariale di Padova. Durante la perquisizione sono stati rinvenuti anche 25mila euro in banconote da 10 e da 20 euro, materiale per il confezionamento e 6 telefoni cellulari.

ZAIA. "È molto preoccupante che questa centrale dell’illegalità fosse a due passi dal centro della città, a sottolineare ancora una volta la necessità di non abbassare la guardia - ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia - È stato sgominato un imponente traffico di droga gestito da chi arriva nel nostro Paese con l’unico obiettivo di delinquere e muoversi nell’ombra. Lo straordinario lavoro delle nostre forze dell’ordine, però, lancia un segnale importante: non c’è spazio per l’illegalità nei nostri territori. Con questi arresti si tutelano anche tutti quelli immigrati onesti, che lavorano e si integrano con le nostre comunità rispettando le regole".

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