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Cronaca

Droni, app e smartphone alleati degli agricoltori: il punto sulle ultime novità

Approfondimento di Coldiretti Padova con i docenti universitari Paolo Tarolli e Francesco Marinello. Miotto: "Le nostre aziende aperte al cambiamento e all’innovazione"

Ci sono i droni che sorvolano e tengono sotto controllo vigneti e decine di ettari di colture e sono anche in grado di eseguire dei trattamenti in campo, ma anche le "app" che permettono di comandare a distanza le strumentazioni di una stalla oppure di censire i danni da animali selvatici, inoltre con gli smartphone è possibile avere sempre a portata di mano i consumi e le rese di impianti di biogas e fotovoltaici, ma anche gestire il "magazzino" dei prodotti per la vendita diretta. La tecnologia digitale ormai è una presenza quotidiana anche in agricoltura, in particolare nelle aziende del settore primario condotte da giovani imprenditori, spesso laureati e naturalmente predisposti all’uso quotidiano delle nuove tecnologie, che sanno cogliere le potenzialità ma anche la forte carica innovativa di strumenti e applicazioni informatiche, che permette di ottimizzare le risorse, ridurre i costi e aumentare l’efficienza produttiva. 

UN APPROFONDIMENTO. Un aspetto fondamentale è la ricerca, in particolare quella condotta dall’Università di Padova, da sempre attenta alla ricaduta della sperimentazione nel quotidiano del tessuto aziendale ed economico. Per conoscere le ultime novità e le opportunità sia sul fronte dell’impiego dei droni e di altri strumenti da controllare in remoto sia per quanto riguarda le applicazioni utili nel lavoro quotidiano in campagna Coldiretti Padova ha proposto un incontro con due docenti universitari il cui lavoro è focalizzato proprio su questi aspetti. 

LA "APP". Il professor Paolo Tarolli, docente in gestione delle risorse idriche in agricoltura al dipartimento Territorio e sistemi agro forestali, sta sviluppando una "app" per il monitoraggio ambientale che permette di mappare e quantificare i danni delle nutrie sul nostro territorio e che può essere estesa anche ai danni da cinghiali ed altri fenomeni di erosione del suolo. Uno studio guardato con interesse dagli agricoltori che ogni giorno affrontano l’emergenza dei danni provocati da animali selvatici. L’applicazione messa a punto dall’equipe di Tarolli si basa su alcuni sofware gratuiti di facile utilizzo che permettono a chiunque di scattare una serie di foto di tane di nutrie, smottamenti o altri fenomeni di erosione. Successivamente le immagini vengono elaborate e  "tradotte" in una proiezione in 3D che permette poi al gruppo di studio dell’università di calcolare la quantità di metri cubi di terra asportati, la gravità degli smottamenti, la profondità delle tane e gli altri fattori di rischio. "Tutti possono contribuire ad incrementare e perfezionare queste informazioni - spiega Tarolli - semplicemente scattando una serie di foto dagli argini o dagli altri luoghi interessati dai fenomeni di erosione. Lo possono fare gli agricoltori ma anche i cittadini comuni, in modo da mettere a disposizione una mole di dati che poi elaboriamo in università". "I nostri imprenditori sono da sempre un presidio per la sicurezza idraulica del territorio - aggiunge Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - ma sono anche orientati al cambiamento e all’innovazione. Quindi è senz’altro interessante questa applicazione  che andrebbe implementata e sviluppata con un progetto ad hoc". La ricerca di canali di finanziamento, sia pubblici che privati, è già partita infatti. L’innovazione, ricorda Coldiretti Padova, è uno degli aspetti sui quali punta il Piano di sviluppo rurale del Veneto, attraverso finanziamenti a specifici progetti e a investimenti aziendali in questo senso. 

I DRONI. Francesco Marinello, docente di Meccanica agraria, ha illustrato invece le possibilità di impiego dei droni in agricoltura, uno strumento dai costi contenuti e dalle notevoli potenzialità, che potrebbe semplificare alcuni interventi in campagna. "Quella dei droni è anche una moda - mette in guardia Marinello - sembrano pratici ed economici, ma servono davvero a qualcosa? Abbiamo constatato finora che più semplice è il modo di usarli e maggiore sarà la possibilità di successo. In agricoltura stanno trovando diversi impieghi. I droni sono utili ad esempio per contare le piante in un vivaio o le piante emerse in una grande superficie, ma anche misurare il volume fogliare e calcolare la quantità di biomassa. Con gli infrarossi si sono possono individuare i problemi delle piante come malattie o stress, valutare la quantità e il benessere delle piante stesse. Non mancano poi le applicazioni in agricoltura biologica, ad esempio con l’impiego del drone per trattamenti di lotta biologica, che ha costi tutto sommato contenuti. Si può poi sfruttare il flusso d’aria perché il drone sposta decine di metri cubi d’aria, per favorire i processi di impollinazione. Non dimentichiamo infine le ricognizioni su frane ed erosioni o altri fenomeni in zone difficilmente accessibili. Ovviamente ci deve essere una valutazione economica e anche di opportunità, per capire se la mole di dati raccolti può essere tradotta in precise scelte agronomiche. Per ora l’impiego dei droni è conveniente sulle colture a maggior valore aggiunto, ad esempio vigneti e frutteti, ma la tecnologia è in continua evoluzione e l’agricoltura potrà senz’altro beneficiarne".

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