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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Bagnoli di Sopra

Morta di leucemia, i genitori rifiutarono la chemio: prosciolti dall'accusa di omicidio

Per il giudice il fatto non costituisce reato e i genitori avrebbero agito in buona fede. Volge al termine la delicata vicenda legata alla morte di Eleonora Bottaro. Mamma e papà avevano scelto di percorrere la strada delle terapie alternative, affrontando una dura battaglia legale

Sono stati prosciolti dall'accusa di omicidio colposo i genitori di Eleonora, la 18enne di Bagnoli di Sopra morta di leucemia nell'agosto 2016 dopo avere rifiutato la chemioterapia. Secondo il pm, che aveva chiesto il rinvio a giudizio,  i genitori avrebbero osteggiato qualsiasi forma di contrasto medico suscitando in Eleonora la convinzione che la chemioterapia non solo fosse inutile, ma anche dannosa e avrebbero cercato cure alternative rivolgendosi a una clinica in Svizzera. Per il giudice il fatto non costituisce reato e i genitori avrebbero agito in buona fede.

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Una vicenda "delicata e controversa", come l'ha definita anche  il sindaco della cittadina Roberto Milan, che, per la sua complessità, ha aperto un dibattito anche a livello nazionale. La ragazza e i suoi genitori avevano scelto di percorrere la strada delle terapie alternative, affrontando una dura battaglia legale, nel corso della quale il tribunale dei minori aveva deciso di togliere ai familiari la patria potestà e di affidare la giovane ad un tutore, il professore di Medicina legale Paolo Benciolini. Poi le cure a base di cortisone e vitamina C in un ospedale della Svizzera. Infine, il peggioramento e il più triste epilogo. 

LA LETTERA DI ELEONORA. 

Nel marzo scorso, la ragazza aveva scritto una lettera indirizzata al tribunale, nella quale affermava che, in base alle sue conoscenze, "sono più i morti dopo la chemioterapia rispetto a quanti al giorno d'oggi sono ancora in vita". Per tale ragione, lei e i genitori - che tre anni fa hanno perso un altro figlio, Luca, stroncato da un aneurisma - avevano deciso di opporsi alle cure tradizionali. Sulla vicenda si era esposto anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

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