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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Energia da fotosintesi: l'Europa premia ricercatrice padovana

Elisabetta Collini del dipartimento di Chimica dell'ateneo di Padova ha ricevuto 1,5 milioni di euro di finanziamento dal Consiglio europeo della ricerca per sviluppare in laboratorio i processi naturali della fotosintesi con molecole artificiali che producono energia elettrica

Un milione e mezzo di euro per aprire un laboratorio in cui sviluppare i processi della fotosintesi tramite molecole artificiali in grado di produrre energia elettrica.

L'importante "Starting grants" viene dal Consiglio europeo della Ricerca ed è indirizzato al progetto di ricerca ideato da Elisabetta Collini del dipartimento di Scienze chimiche dell'Università di Padova, il terzo riconoscimento consecutivo per il dipartimento.

L'iniziativa si chiama Quenthrel, (Quantum-coherent drive of energy transfer along helical structures by polarized light), ed è maturata nei due anni di post dottorato che Collini ha trascorso alla University of Toronto in Canada dove ha preso parte a progetti sulla trasformazione dell'energia.

Articolato su cinque anni, il progetto mira a ottenere i primi risultati sperimentali nell'arco di 18 mesi, che verranno approfonditi negli anni successivi. "Attraverso la spettroscopia di un fascio di laser impulsati ultraveloci - spiega Collini - si colpiscono delle molecole e si studiano le variazioni energetiche che avvengono intorno, specie in termini di trasformazione in energia elettrica".

“Una volta di più abbiamo conferma di una tesi che abbiamo sempre sostenuto - ha commentato il rettore, Giuseppe Zaccaria - quella cioè dell'assoluta competitività in campo internazionale dei nostri ricercatori e dei giovani dai noi formati alla ricerca".

“Due anni fa, appena eletto Rettore – ha aggiunto - con mio impulso forte, abbiamo creato un centro per le energie rinnovabili finanziandolo con 800 mila euro. Ho messo una sola condizione: che lì fossero raggruppate tutte le competenze del nostro ateneo. E questo è essenziale per creare quella trasversalità scientifica, vera e propria strategia di fondo, per competere in campo europeo ed internazionale”.

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