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Cronaca Legnaro

Bella vita con l'eredità per i poveri Il parroco di Legnaro si dimette e piange al telefono con il sindaco

Il vescovo ha accolto le dimissioni presentate dal sacerdote, accusato di avere sperperato per sé un lascito milionario destinato alla Caritas. Il primo cittadino: "Era sotto choc, forse ha capito di aver sbagliato"

Si è dimesso da parroco, il sacerdote di Legnaro indagato per appropriazione indebita, accusato di avere sperperato per sé un lascito di 14 milioni, fatto da un ricco ex farmacista senza figli, e destinato alla Caritas e ai bisognosi.

LE DIMISSIONI. "Il vescovo, monsignor Claudio Cipolla - si legge in un comunicato della diocesi di Padova - ha accolto le dimissioni per tutelare la parrocchia e la comunità di Legnaro e per lasciare che le indagini chiariscano con precisione la realtà dei fatti. Alla comunità parrocchiale coinvolta - prosegue la nota - il vescovo Claudio esprime vicinanza e assicura il desidero di verificare quanto prima la situazione".

PIANTO AL TELEFONO COL SINDACO. In mattinata, il sacerdote ha incontrato personalmente il capo della Diocesi. Poi ha anche telefonato al sindaco di Legnaro Giovanni Bettin: "Non parlava nemmeno - ha raccontato il primo cittadino - era sotto choc, piangeva, e dopo un po' di silenzio si è limitato ad un 'ciao' e ha riattaccato. Forse ha capito di aver sbagliato. Aveva parlato diverse volte di questa eredità ricevuta da un ex farmacista - ha continuato il sindaco - ma diceva che si trattava di immobili vincolati per i poveri e che non poteva spendere i soldi donati. Nessuno sapeva niente di questa roba, era lui ad organizzare tutto".

SPESE "PAZZE" CON I SOLDI PER I POVERI. Il dubbio sull'uso fatto dal prelato, 57 anni, di quella ricca somma destinata ai bisognosi, lo ha innescato l'improvviso cambiamento del suo stile di vita: il religioso avrebbe iniziato a girare sempre ben vestito, a fare spese massicce, come una potente moto per sé, un'auto per un collega prete, un'operazione di chirurgia estetica alle gambe per la madre, viaggi in Sicilia e nelle Dolomiti, tra hotel di lusso e ristoranti di classe. Sarebbero stati proprio i parrocchiani a contattare i carabinieri per segnalare l'anomalo comportamento del religioso.

IL BUON CUORE DELL'EX FARMACISTA. Il lascito milionario era stato fatto da un ricco ex farmacista, morto nel dicembre 2014, ad 83 anni, nella sua casa di Gallio, sull'Altopiano di Asiago. Anche quell'abitazione, nelle intenzioni del suo vecchio proprietario, sarebbe dovuta andare alla Caritas, divenendo la nuova sede dell'organizzazione. Così come i 14 milioni di euro sarebbero dovuti servire per opere di beneficenza. Invece, almeno centomila euro sarebbero stati usati per soddisfare gli sfizi del parroco. La procura euganea ha disposto il sequestro preventivo dei beni.

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