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Cronaca Codevigo

Scoperti più di cento chili di marijuana in una fabbrica lungo il Bacchiglione: due arresti

I carabinieri hanno rinvenuto una gigantesca produzione indoor di stupefacente che riforniva i mercati del Nord Europa. Incarcerati due cinesi che vivevano nel capannone dismesso

I carabinieri del comando provinciale di Padova hanno scoperto un'enorme serra per la coltivazione indoor di marijuana nell’area meridionale della provincia, in un vecchio casolare sulle rive del Bacchiglione.

Scoperta coltivazione di marijuana indoor a Codevigo

La serra.

Nella notte tra domenica e lunedì, a Codevigo, i militari hanno fatto irruzione in un edificio isolato sull’argine del fiume Bacchiglione in località Castelcaro. Nell’immobile, fatiscente e in condizioni igieniche estremamente precarie, sono stati sorpresi due cittadini cinesi che, oltre a vivere all’interno dello stabile, avevano adibito tutti i locali a vera e propria serra, in cui seminavano, coltivavano e confezionavano marijuana.

L'indagine.

Le operazioni investigative hanno avuto inizio nell’ambito di servizi di controllo del territorio svolti dai carabinieri in aree isolate, dopo che il vecchio casolare era stato segnalato equipaggio dell’Aliquota Radiomobile di Piove di Sacco. A destare sospetto le finestre sempre chiuse e due uomini che uscivano raramente e con circospezione, per poi tornare a barricarsi all'interno. Inoltre, dalla parete laterale esterna fuoriuscivano diversi fili elettrici collegati con l’interno e nel fabbricato si registrava un consumo di energia notevolmente superiore a quello necessario per normali attività domestiche.

Il blitz.

Durante lunghi appostamenti notturni, i carabinieri hanno notato un forte e inconfondibile odore riconducibile alla marijuana, nonostate porte e finestre fossero sigillate, trovando conferma ai sospetti. All'alba di lunedì il via all'operazione, coordinata dai carabinieri di Piove di Sacco e Codevigo: dopo l'irruzione nell’immobile, il ritrovamento di una vera e proprie filiera per la coltivazione e la produzione della droga, in tutte le sue fasi. Al piano terra è stato bloccato L.H., 28enne cinese senza fissa dimora, mentre al piano superiore si stava nascondendo un complice, la cui cattura è stata più complessa, poichè l'uomo si era rifugiato in un'intercapedine nascosta, ricavata nella parete di un ripostiglio. Il malvivente, identificato in H.M., 63enne anch'egli di origine cinese e senza fissa dimora, è risultato avere anche dei precedenti penali.

Il materiale sequestrato.

Dalla perquisizione capillare dello stabile è emersa un'attività su larga scala organizzata in modo certosino, con locali separati e adibiti a ciascuna fase della produzione. Sono stati rinvenuti sofisticati impianti di areazione, illuminazione e riscaldamento, con lampade a led fluorescenti, ventilatori e termoconvettori elettronici, che garantivano la crescita e la maturazione delle piante fino alla raccolta. Successivamente lo stupefacente veniva confezionato e collocato in sacchi, pronti per essere immessi sul mercato clandestino e destinati ai consumatori finali. Dopo le operazioni di controllo e inventario sono stati sequestrati 112 chili di marjuana in diverse fasi di essiccazione, 767 piante di cannabis di varie dimensioni, 133 lampade fluorescenti a led per la coltivazione e materiale vario per la suddivisione e il confezionamento della marijuana. Valore sul mercato oltre un milione di euro.

Gli arresti.

I due cinesi,che con tutta probabilità fanno parte di un'organizzazione, sono stati portati in caserma a Piove di Sacco, accusati di produzione e detenzione di sostanza stupefacente in concorso, aggravati dall’ingente quantità della droga rinvenuta. Per entrambi è scattato l'arresto e sono stati tradotti nel carcere di Padova, dove restano a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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