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Cronaca

Festa della donna, tre padovane in delegazione all’Altare della Patria

Venerdì 8 marzo l'assessore Marta dalla Vecchia e le "nuove italiane" Hind Talibi, di origine marocchina e Bianca Arva di origine romena, porteranno a Roma il loro messaggio di integrazione

Tre padovane saranno in delegazione a Roma venerdì 8 marzo, in occasione dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Nilde Iotti e dall’AnciI per la festa della donna, che coinvolge tutta Italia.

L’INIZIATIVA. "L’italiana" assessore Marta Dalla Vecchia e "le nuove italiane" Hind Talibi, di origine marocchina e Bianca Arva di origine romena, saliranno insieme a molte altre italiane i gradini dell'Altare della Patria, simbolo della nostra Repubblica, per deporre sul Sacello del Milite Ignoto una corona di mimose e di alloro con la dedica: "Italiane e nuove italiane per l'Italia". Un modo solenne per affermare la propria dignità di cittadine e la propria responsabilità verso il Paese, in quell'intreccio di diritti e doveri che è il nutrimento più prezioso della nostra democrazia.

CITTADINI IN RETE. Bianca Arva e Hind Talibi fanno parte del gruppo ROCC Rete oltre i confini di cittadinanza, nato nel 2011 su input dell’amministrazione comunale patavina, gruppo che promuove occasioni di incontro per far conoscere e riconoscere le risorse e il valore aggiunto di cui sono portatori i nuovi cittadini in quanto rappresentanti di una nuova generazione di Italiani, ricca di diversità e di esperienze, che ha voglia di mettersi in gioco per il bene comune di tutti.

I “NUOVI PADOVANI”. Si tratta a tutti gli effetti di "nuovi cittadini" e la loro presenza, in crescita di anno in anno (nel 2011 erano 6.200 i minori residenti a Padova, di cui 4.074 nati in Italia. Rappresentano il 22% della popolazione straniera) impone un ripensamento delle stesse forme di identità nazionale in quanto sono portatori di identità plurime, costituite dall’incontro tra la cultura della famiglia d’origine e quella della società in cui sono cresciuti. In funzione delle loro richieste di "nuova cittadinanza" devono essere riviste anche le politiche per l’integrazione pensate per i loro genitori.

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