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Cronaca Torre

Incidente mortale a Sharm: bugia di una studentessa per saltare l'esame

Andrea Roverato di Torre è vivo e vegeto. Ad inventare di sana piana l'incidente in Egitto una 15enne romena che cercava un espediente per saltare l'esame di riparazione al liceo linguistico Fusinato

"Ci tenevo ad avvisare tutti personalmente che sono vivo. È tutto il giorno che mi tengo la mano lì...". Così scrive agli oltre 500 amici che ha in Facebook Andrea Roverato, il 18enne di Torre dato per morto nei giorni scorsi in un incidente - finto - a Sharm el Sheikh, per sincerare gli amici e conoscenti delle sue condizioni di salute.

IL FINTO INCIDENTE. Vivo e vegeto, il “presunto morto” ha avuto solo la sfortuna di essere un conoscente di una 15enne romena dalla fervida fantasia che, per saltare l'esame di riparazione al liceo linguistico Fusinato, ha avuto la brillante idea di fingersi la sorella di Andrea - all'insaputa di quest'ultimo - e informare l'istituto di essere stata coinvolta nel medesimo incidente farsa da lei stessa congetturato e che ha conquistato le prime pagine dei quotidiani locali.

RIMANDATA IN 3 MATERIE. La ragazzina, in ferie con i genitori in Romania, non aveva mai raccontato ai familiari di essere stata rimandata in tre materie. Non potendo rientrare in Italia in tempo per la prima prova di lingue, in programma sabato, si è inventata la catena di bugie, sfruttando l'aiuto compiacente di qualche amica.

LA FALSA TELEFONATA. Antonella Visentin, preside del liceo linguistico Fusinato, ha infatti ricevuto una telefonata da una donna che si è qualificata come la madre della quindicenne e che ha preannunciato l'assenza della figlia alla prima prova degli esami di riparazione raccontando con dovizia di particolari del presunto incidente avvenuto il 17 agosto scorso.

LA MEZZA CONFESSIONE. Ormai scoperta, la 15enne si è presentata quindi sabato con la mamma davanti alla preside del liceo linguistico e il complicato castello di bugie è caduto in pochi secondi. "La studentessa è stata per un'ora muta davanti a me - racconta la preside - mentre riferivo alla madre, sempre più costernata, l'accaduto. Solo dopo ha cominciato a dire qualcosa, fino a quasi ammettere di essere lei l'autrice della telefonata incriminata che denunciava l'incidente".

UN ANNO DI BUGIE. La parziale ammissione delle colpe non salverà, comunque, la ragazza dalla bocciatura e dagli accertamenti che saranno compiuti dai carabinieri per verificare se nell'intera vicenda si configurino reati di natura penale. "Resta il fatto - commenta la Visentin - che per un anno la giovane ha continuato a raccontare una sequenza infinita di bugie, a partire dal suo rendimento scolastico".

UNA FERVIDA FANTASIA. Invenzioni a cui potrebbero essersi prestati, secondo gli insegnanti, anche alcuni degli oltre 2000 amici che la ragazzina aveva in Facebook. Che la quindicenne confondesse con fin troppa disinvoltura fantasia e realtà lo conferma anche il suo profilo in rete, in cui si descrive come una schiacciatrice della pallavolo di serie A femminile, di studiare presso la Los Angeles Academy of Arts and enterprise e di avere tra i libri preferiti, guarda caso, Le avventure di Tom Sawyer e Il ritratto di Dorian Gray.

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