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Cronaca

Libia, liberato medico sequestrato Ignazio Scaravilli: è a Tripoli

Il chirurgo, 68 anni, originario di Catania ma residente a Padova, risultava irreperibile dal 6 gennaio scorso. Un rapimento durato cinque mesi. Dovrebbe essere rimpatriato entro un paio di giorni

Libero. Dopo 5 mesi di prigionia, Ignazio Scaravilli, il chirurgo 68enne di origini catanesi ma residente a Padova, sequestrato in Libia il 6 gennaio scorso, è stato liberato con il concorso delle autorità di Tripoli ed è in buone condizioni di salute. Lo si apprende in ambienti dell'Unità di Crisi della Farnesina in contatto con gli altri apparati dello Stato. Attualmente, si apprende negli stessi ambienti, Scaravilli si trova negli uffici delle autorità di Tripoli "per gli adempimenti di rito", in attesa di poter "rapidamente" tornare in Italia, nel giro di un paio di giorni.

IL VIAGGIO IN LIBIA. Ortopedico specializzato in interventi sulla mano e al piede, era partito prima di Natale con altri colleghi siciliani per operare all'ospedale di Dar Al Wafa di Tripoli, nella zona di Suq Talat, come consulente per due cliniche.

TRATTATIVE? A rivelare in anteprima la liberazione del connazionale era stato l'Huffington Post. Andrea Purgatori, autore dell'articolo, scrive che Scaravilli è stato liberato una settimana fa, ma poi trattenuto in segreto dalle autorità di Tripoli che in cambio del suo rientro avrebbero preteso dall'Italia il pieno riconoscimento politico del governo filo-islamico, al pari di quello che Roma ha concesso al governo di Tobruk. Versione che al momento non trova conferme ufficiali.

LA MOGLIE. "Per il momento sono troppo agitata - ha commentato la moglie del chirurgo - Non sono in grado di parlare. Dovete scusarmi ma io per il momento non sono in grado di fare nessuna conversazione. Sono contenta. Posso non essere contenta di una notizia del genere? Però sono troppo agitata".

AVRUSCIO. "Ho sentito poco fa la moglie Liliana, è commossa e felice - dichiara il professor Gianpiero Avruscio, ex collega e grande amico di Scaravilli, che per tanti anni ha lavorato in ospedale a Padova - Non ha ancora potuto sentire Ignazio perchè non è ancora in mani italiane. Ma era davvero commossa, anche perchè in tutto questo tempo, pur sapendo che la Farnesina era al lavoro, la vicenda del suo rapimento era andata avanti coperta da uno stretto riserbo, e aveva poche notizie. E anch'io oggi ho davvero l'animo più leggero, perchè più passava il tempo è più la situazione diventava preoccupante. Sono d'accordo con la moglie di risentirci più tardi, non appena avrà altre notizie - spiega il primario padovano - qui tutti noi ex colleghi siamo felicissimi, Scaravilli è rimasto un grande amico, e lo vogliamo qui a Padova non appena possibile per fargli una grande festa".

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