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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Scaravilli è tornato in Italia, ma è mistero sulla scomparsa in Libia

Il medico, liberato dopo essere rimasto prigioniero per 5 mesi, è atterrato a Ciampino. Giallo su cosa gli sia accaduto e sul motivo per cui dalla notizia della liberazione al rilascio sia trascorso tanto tempo

Ignazio Scaravilli, il chirurgo 68enne di origini catanesi ma residente a Padova, sequestrato in Libia il 6 gennaio scorso e liberato dopo 5 mesi di prigionia (la notizia era arrivata alcuni giorni fa, quando, da ambienti dell'Unità di Crisi della Farnesina, si era appreso che il medico si trovava negli uffici delle autorità di Tripoli "per gli adempimenti di rito"), è atterrato domenica sera all'aeroporto di Ciampino a Roma, assieme al capo dell'Unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri.

SCIARAVILLI IN ITALIA. Secondo un portavoce dell'autoproclamato governo di Tripoli, Sciaravilli ha abbandonato la città con un "volo speciale", diretto verso la capitale attorno alle 19.30. La notizia è stata confermata subito dopo dalla Farnesina: "È in buone condizioni di salute - ha sottolineato Taffuri - è stato trattato molto bene dalle autorità di Tripoli - ha aggiunto - e durante la prigionia, non ha subito particolari violenze, compatibilmente con la situazione, i momenti di difficoltà come prigioniero e il peso psicologico che questo comporta".

MISTERO SULLA SCOMPARSA. Dei mesi di prigionia però non si sa quasi nulla, se non che "sarebbe stato spostato più volte". L'ortopedico, specializzato in interventi sulla mano e al piede, era partito prima di Natale con altri colleghi siciliani per operare all'ospedale di Dar Al Wafa di Tripoli, nella zona di Suq Talat, come consulente per due cliniche. Poi, dal 6 gennaio, di lui non si era saputo più nulla. Se il ministero degli Esteri, per mantenere il riserbo, ha continuato a usare la formula "irreperibile", i media hanno ipotizzato il rapimento da parte di un gruppo radicale della galassia vicina ad Ansar-al-Sharia.

TRATTATIVE? A rivelare in anteprima la liberazione del connazionale era stato l'Huffington Post. Andrea Purgatori, autore dell'articolo, aveva scritto che Scaravilli era stato liberato una settimana prima, ma poi trattenuto in segreto dalle autorità di Tripoli, che, in cambio del suo rientro, avrebbero preteso dall'Italia il pieno riconoscimento politico del governo filo-islamico, al pari di quello che Roma ha concesso al governo di Tobruk. Versione che al momento non trova conferme ufficiali. La versione di fonti vicine alla Farnesina parlava invece di un ritardo nel rientro in patria dovuto ad "adempimenti di rito" e, ancora, Taffuri ha ribadito: "Il periodo di tempo passato dopo la sua liberazione - ha spiegato - è stato dovuto all'indagine in corso lì e ai tempi necessari per i procedimenti amministrativi. È stata aperta un'indagine ed è stato ascoltato".

ARRESTATO DAI SERVIZI SEGRETI? Un'altra ipotesi, arriverebbe invece dall'autoproclamato governo di Tripoli. Scaravilli non sarebbe stato affatto rapito ma arrestato dai servizi segreti di Tripoli, da cui sarebbe stato trattenuto per tutti questi mesi. "Ansar al Sharia e Isis non c'entrano. Era sotto indagine e ora che l'indagine è chiusa hanno chiesto al ministero degli Esteri di chiamare gli italiani per consegnarglielo - ha riferito il portavoce - forze di intelligence pensavano che stesse facendo chiamate sospette e così l'hanno preso per indagini. Ora che un supplemento di indagine è stato fatto, viene liberato". Nessuna certezza sulle eventuali accuse: "Alcuni credono che abbia qualche connessione o contatto con la mafia e con trafficanti di armi". Ma si tratterebbe di voci non verificabili.

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