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Cronaca

Dipendente "infedele", in due anni sottrae all'Inps 157mila euro

L'uomo, per due anni, sarebbe riuscito a farla franca grazie ad un "metodo" inventato appositamente per intascare dai 2.500 ai 3mila euro "extra". La Procura chiede il processo per il 53enne, che ha scritto al pm confessando e dicendosi pronto a risarcire il danno

Centocinquantasettemila euro. È la somma che, nel giro di un paio d'anni, dal 19 ottobre 2012 al 7 agosto 2014, un 53enne di Battaglia Terme, impiegato all'ufficio legale dell'Inps di Padova, avrebbe sottratto all'istituto previdenziale per il quale lavorava.

IMPIEGATO "INFEDELE". Come riportano i quotidiani locali, l'uomo è accusato di peculato continuato e, martedì mattina, è finito davanti al gup, che dovrà decidere della richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm: l'udienza è rinviata al prossimo 13 ottobre. Nel frattempo, il 53enne avrebbe scritto al pm confessando di essere responsabile degli ammanchi e dicendosi pronto a risarcire l'Inps.

IL "METODO". L'uomo, per due anni, sarebbe riuscito a farla franca grazie ad un "metodo" inventato appositamente per intascare dai 2.500 ai 3mila euro "extra". In pratica, quando l'Inps vinceva una causa giudiziaria, l'impiegato la faceva comunque figurare "sulla carta" come persa, producendo fatture per il risarcimento delle spese processuali alla controparte. Le fatture arrivavano agli avvocati, i soldi, invece, al conto corrente del dipendente.

LA "FALLA". A far venire a galla il "trucchetto" sarebbe stato proprio uno di questi legali, che avrebbe chiesto spiegazioni all'ente previdenziale dopo avere ricevuto una fattura da 3.500 euro come risarcimento di spese processuali per una causa persa contro l'Inps. Risarcimento mai avvenuto, tanto più che quelle spese erano già state messe in conto al suo assistito. Da qui, i controlli e la scoperta dell'enorme "buco".

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