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Incidenti inceneritore di Camin, Aduc interpella la Procura della Repubblica

L'associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori di Padova ricorda i recenti tre episodi che hanno interessato l'impianto della città e chiede più trasparenza e tutela nella sua gestione

“Sulla gravità degli episodi recenti l'Aduc si riserverà di interpellare la Procura della Repubblica”.  Maria Grazia Lucchiari, esponente locale dell’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori di Padova, si riferisce agli ultimi tre incidenti di fila che si sono verificati nelle scorse settimane all'inceneritore di Camin. Nel primo si è trattato di un incendio causato dall'esplosione di una bombola del gas all'interno della fossa dei rifiuti che ha fatto incendiare un materasso. Sono seguiti altri due incidenti, l'ultimo ha fatto fuoriuscire una nuvola di fumo nero “del quale – dice la Lucchiari - non sappiamo se ha contaminato l'area del quartiere attorno all'inceneritore poiché l'Arpav, agenzia regionale per la protezione ambientale, non ha fatto i rilevamenti”.

L'INCENDIO NELLA FOSSA

 

LA NUBE "SOSPETTA"

RIFIUTI DAL LAZIO. “Ricordiamo – continua la rappresentate dell'Aduc - che l'area del quartiere attorno all'inceneritore, per la diossina presente al suolo depositata da cinquant'anni di attività, è definita dall'Istituto Mario Negri di Milano 'a rischio cancro per bambini'. La crescita della raccolta differenziata e il progressivo ridursi dello smaltimento dei rifiuti avrebbe dovuto imporre al Comune e ad AcegasAps la rinuncia a raddoppiare i forni dell'inceneritore, invece la necessità di garantire il flusso di 600 tonnellate al giorno costringe l'azienda a ricorrere ai rifiuti di tutta Italia. Quelli del Lazio sono all'orizzonte”.

RIFIUTI CAMPANI. L'associazione si chiede quindi quanti rifiuti Campani sono giunti fino ad oggi nell'impianto di Camin, “all'insaputa della Regione, come afferma l'assessore regionale all'ambiente Maurizio Conte, e del presidente Zaia che ha sempre dichiarato che in Veneto i rifiuti campani non sarebbero mai arrivati”.

LE RICHIESTE. "Ad AcegasAps - conclude la Lucchiari - chiediamo chiarezza sulla provenienza dei rifiuti, quindi se arrivano da fuori provincia o da fuori regione, la loro qualità e quindi i processi di verifica e incenerimento, come viene trattato il carico radioattivo e se viene fatto sostare all'interno del parcheggio dell'azienda. Al sindaco chiediamo garanzie di tutela della salute pubblica ed anche dei lavoratori all'interno dell'impianto, tutela della salute poiché il palese conflitto di interessi che interessa AcegasAps e Arpav genera legittimi dubbi di imparzialità in quanto il direttore dell'agenzia regionale per la tutela ambientale è un dirigente dell'azienda che gestisce l'inceneritore. Alla Regione chiediamo chiarezza e trasparenza".

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