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Cronaca

Gestione dei profughi, i vertici di Ecofficina e un'impiegata rischiano di andare a processo

Secondo l'accusa, avrebbero retrodatato le carte per vincere i bandi gestiti dal Ministero dell'Interno. Le prove sarebbero contenute nei pc

Rischiano il processo per concorso in falso, turbativa d’asta e tentata truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici il presidente di Edeco, il consulente esterno della coop e la funzionaria della prefettura all’epoca dei fatti. Come riportano i quotidiani locali è di nuovo nei guai Edeco, ex Ecofficina, la coop “piglia tutto” nei bandi per la gestione dell’accoglienza dei profughi.

L’INCHIESTA. Nei giorni scorsi il sostituto procuratore Federica Baccaglini ha chiuso l’inchiesta sull’appalto indetto dal Comune di Due Carrare per l’assegnazione dello Sprar (il Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Secondo la pubblica accusa sarebbero stati ritoccati tre documenti ufficiali per permettere ad Edeco di partecipare alla gara.

I PUNTI. Il bando pubblicato nel febbraio 2016 era riservato a cooperative che potevano vantare “una pluriennale e consecutiva esperienza nella presa in carico di richiedenti/ titolari di protezione internazionale, comprovata da attività e servizi in essere al momento della presentazione della domanda di contributo”. Stando alla convezione siglata con la prefettura, Ecofficina aveva iniziato l’attività a meno di due anni dall’emissione del bando.

I DUBBI. Gli avversari sconfitti in gara hanno reagito con un esposto in procura, chiedendo al Comune di prendere visione degli atti. La procura avrebbe trovato le prove della contraffazione a settembre scorso nei pc. A seguito dell'apertura del fascicolo in Procura, la cooperativa Edeco vincitrice del bando aveva rinunciato ad accedere ai fondi pubblici per circa 400 mila euro.

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