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Incidenti stradali Mestrino / Via 4 Novembre

Camionista pirata incastrato da un'automobilista "detective"

A fornire la targa del tir che ieri pomeriggio ha investito e ucciso la 23enne di Mestrino Francesca Fincato è stata una veronese che, notato l'incidente, ha rincorso il mezzo e poi avvertito la polizia

L'investitore di Francesca Fincato, la 23enne di Mestrino pallavolista e neolaureata in Giurisprudenza travolta e uccisa ieri pomeriggio in via IV Novembre, ha un nome e un cognome grazie alla prontezza di riflessi e al fiuto da detective di un'automobilista veronese che, notato l'incidente e trovandosi quattro mezzi indietro sulla stessa traiettoria di marcia del tir che ha investito la giovane, non c'ha pensato due volte e ha inseguito il camion per annotare i numeri della targa e, chiamato il 113, li ha comunicati alla polizia.

IERI POMERIGGIO: L'INCIDENTE

FONDAMENTALE L'AIUTO DELL'AUTOMOBILISTA. Targa che ha messo gli uomini della polizia stradale di Padova sulle tracce del camionista "pirata", il 33enne messinese Angelo De Luca, in fuga dopo l'incidente. "Abbiamo fatto una verifica - riferisce il dirigente della sezione polizia stradale Carmine Tabarro - ed i numeri corrispondevano a un mezzo di una ditta di autotrasporti siciliana della provincia di Messina, la Di Bella, di cui il camionista arrestato è poi risultato un autista dipendente. Intuito che potevamo essere sulla strada giusta, abbiamo interpellato l'azienda di autotrasporti che ci ha confermato la presenza del mezzo nella zona in cui è avvenuto l'incidente".

IERI SERA: L'ARRESTO DEL CAMIONISTA "PIRATA"

L'ITINERARIO. Secondo quanto ricostruito dagli agenti, il camionista proveniva con il tir scarico (un bestione della strada che a pieno carico può arrivare a trasportare 440 quintali di merce) dalla provincia di Treviso e, di passaggio per Mestrino, era diretto a Vicenza a Campiglia dei Berici, luogo dove si trova un'azienda di pollame dalla quale sarebbe dovuto ripartire carico verso la Sicilia ma dove invece è arrivata prima la polizia stradale di Padova per trarlo in arresto per omissione di soccorso e omicidio colposo.

CRONOTACHIGRAFO FORSE MANOMESSO. Il camion, sequestrato, è stato analizzato e su un cerchio di una ruota, parzialmente abrasa, sono state rinvenute delle tracce visibili a occhio nudo di sangue. Accertamenti sono in corso anche sul cronotachigrafo del mezzo, quella sorta di scatola nera che dovrebbe registrate fedelmente come un diario di bordo tutti i movimenti del tir. Il condizionale è d'obbligo, in quanto secondo la polstrada è probabile che lo strumento abbia subito delle manomissioni. Nel momento in cui è avvenuto l'incidente, ad esempio, sembra che registrasse una pausa: di fatto una lampante incongruenza.

ANCORA TANTI GLI INTERROGATIVI. La polstrada in queste ore sta cercando di ricostruire con precisione la dinamica dell'incidente che ha portato alla morte di Francesca. Non è infatti chiaro come sia finita sotto le ruote del camion, dato che si trovava ancora sul ciglio destro della strada dove era appena scesa dall'autobus. Aveva già iniziato ad attraversare la strada? E' stata prima urtata dal tir o è stato uno spostamento d'aria a farla successivamente finire sotto le ruote del mezzo? Possibile una distrazione anche della ragazza che in quel momento avrebbe potuto non accorgersi del camion perchè con le cuffiette e la musica nelle orecchie? Tanti interrogativi fondamentali ancora da chiarire, così come cruciale resta la ricostruzione di cosa abbia fatto il camionista nelle ore successive all'incidente, dato l'ampio spazio di tempo trascorso prima di arrivare alla ditta di pollame vicentina.

IL CAMIONISTA: "NON MI SONO ACCORTO", MA POI CEDE E CONFESSA LA FUGA PER PAURA. Attualmente ristretto al carcere Due Palazzi di Padova dove resta a disposizione della magistratura, il 33enne siciliano avrebbe dapprima negato di essersi accorto di aver investito una persona. Versione che però non ha convito gli inquirenti, anche a fronte delle testimonianze raccolte sul posto da chi aveva assistito alla scena. Solo in tarda serata ha ammesso di essere fuggito perchè preso dal panico per quanto accaduto.

 

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