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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Studio Unipd, clima e urbanizzazioni in Veneto: aumenta il rischio di inondazioni

Studio padovano mette sotto la lente 100 anni di storia territoriale

Un team di ricercatori del dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali (Tesaf) dell’Università di Padova, coordinato dal professor Paolo Tarolli, ha condotto uno studio sull’interazione tra fattori climatici, urbanizzazione e dinamiche di inondazioni in Veneto negli ultimi 100 anni (1910-2010).

LA RICERCA. Per quanto riguarda il clima, la ricerca si è concentrata su un indice di aggressività climatica, che stima il peso che assumono gli eventi di precipitazione più intensa nel determinare la precipitazione totale. Per quanto riguarda le dinamiche di inondazione, è stato sviluppato un nuovo indice di aggressività di piena, che indica il peso assunto da eventi di breve durata (pochi giorni) nel contribuire al numero di località inondate all’interno di un comune. L’aspetto innovativo della ricerca è stato spazializzare tutte queste informazioni a scala regionale, ed analizzarle in contemporanea, verificando statisticamente gli effetti di clima e urbanizzazione sull’aggressività delle piene.

RISCHIO DI INONDAZIONI. Nell’ultimo secolo, l’attività dell’uomo è stata impattante, con significative modifiche territoriali al nostro pianeta. A questo si aggiungono gli effetti relativi all’intensificazione degli eventi meteo. Il quadro che ne deriva è di uno scenario particolarmente critico per la nostra società, soprattutto per quanto riguarda il rischio di inondazioni. Il recente articolo "Flood dynamics in urbanised landscapes: 100 years of climate and humans’ interaction" pubblicato sulla rivista Scientific Reports da Giulia Sofia, Giulia Roder, Giancarlo Dalla Fontana e Paolo Tarolli cerca di fare chiarezza su questo tema, evidenziando gli effetti del consumo di suolo, in un momento di evidenti cambiamenti climatici.

AUMENTO DELL'AGGRESSIVITÀ DELLE PIENE. "Dallo studio emerge un continuo e marcato processo di urbanizzazione del territorio – spiega il professor Tarolli - avvenuto contemporaneamente a processi climatici più aggressivi caratterizzati da piogge giornaliere più intense rispetto il passato. Entrambi i fattori (clima e uomo) hanno contribuito singolarmente in zone diverse ad un aumento dell’aggressività delle piene. Emerge come elemento critico la combinazione dei due fattori, oggi più marcata che nel passato, che determina un maggiore numero di località colpite da eventi di piena. Oggi, le inondazioni si manifestano più frequentemente a scala di quartieri urbani dove si verifica spesso un’incapacità strutturale delle storiche reti idriche di drenare efficacemente eventi meteorici sempre più intensi".

IDENTIFICARE LE AREE VULNERABILI. "Una gestione efficace e sostenibile del territorio necessita di un approccio integrato, che dovrebbe includere, accanto ad una adeguata analisi dei fenomeni climatici, una approfondita conoscenza anche delle forzanti sociali ed economiche che condizionano lo sviluppo urbano. In tal modo sarebbero più facilmente identificabili le aree vulnerabili dove tali elementi agiscono sinergicamente", sottolinea il professor Tarolli.

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