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Cronaca Monselice

Inquinamento da perfluoroalchilici Campionati alimenti a Padova

Nel 2013 l'allarme dopo uno studio del Cnr che indicava la presenza di queste sostanze sulle acque superficiali della provincia euganea, di Verona e Vicenza. Coinvolta nelle analisi l'Ulss 17 di Monselice

È pronto, e prenderà avvio quanto prima, il Piano di campionamento degli alimenti in alcuni territori delle province di Padova, Verona e Vicenza, nelle cui acque superficiali tempo addietro è stata rilevata la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfass). La relativa delibera è stata approvata martedì dalla Giunta regionale del Veneto su proposta dell’assessore alla Sanità Luca Coletto.

DALL'ALLARME AI CONTROLLI. "Fin dal maggio 2013, quando ci furono comunicati gli esiti di uno studio del Cnr che indicava la presenza di queste sostanze – ricorda Coletto – abbiamo subito attivato tutte le misure di prevenzione adatte, a cominciare dal posizionamento di appositi filtri alla fonte degli acquedotti interessati e abbiamo avviato una stretta collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss) per affrontare la questione a 360 gradi, pur non essendo, ancora e tuttora, stati individuati parametri limite nazionali ai quali rifarsi e pur avendo ricevuto dall’Iss la comunicazione che le percentuali di Pfass nelle aree in questione sono 'significativamente inferiori ai valori limite estrapolabili dalla Tollerable Daily Intake dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e rappresentano una valore provvisorio tossico logicamente accettabile'".

LE ULSS. “Su indicazione dell’ISS – prosegue Coletto – abbiamo ora definito il campionamento per stimare correttamente il rischio connesso all’esposizione alimentare per l’utilizzo di alimenti di produzione locale. Questo – aggiunge – è un nuovo importante passo avanti nel sistema di prevenzione e controlli già in atto". Il nuovo campionamento vede coinvolte le Ulss 5 Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Monselice, 20 di Verona e 21 di Legnago. L’Ulss 6 di Vicenza è incaricata del coordinamento in quanto capoluogo di provincia nel cui ambito territoriale si trova la fonte principale di inquinamento.

I CAMPIONAMENTI. Secondo il documento approvato dalla giunta regionale, l’individuazione dei fattori di rischio dovrà riguardare la presenza di attività agricola e zootecnica in Comuni dove siano state rilevate le sostanze, l’utilizzo agronomico di fanghi, digestati e compostati recuperati dal trattamento di acque da acquedotti interessati, l’utilizzo agronomico di acque, superficiali o di falda contaminate e l’acqua da abbeverata da acque superficiali o di falda. Le specie zootecniche e vegetali possibili oggetto di campionamento sono gli allevamenti di galline ovaiole, in particolare a terra e all’aperto, gli allevamenti bovini e ovi-caprini basati sul pascolo o sull’utilizzo di foraggi aziendali che riconoscano dei fattori di rischio, allevamenti estensivi di pesce, comunque non in vasca, foraggi e produzioni da tubero e a foglia larga, animali da cortile alimentati prevalentemente con foraggi aziendali o selvaggina. Le matrici oggetto di campionamento potranno essere le uova da allevamenti a terra, muscolo e fegato da vacche da latte o ovi-caprini, muscolo e fegato di animali da cortile allevati all’aperto o muscolo e fegato di selvaggina, muscolo di pesci, foraggi aziendali, fieni, insilati, tuberi o radici ed ortaggi a foglia larga.

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