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Cronaca

Delitto Noventa, luci e ombre sulla morte di Isabella a tre anni dalla scomparsa

La notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 la segretaria di Albignasego sparisce nel nulla. Da allora di lei nessuna traccia. Confermate le condanne in secondo grado per i tre imputati

A tre anni dalla scomparsa di Isabella Noventa restano in carcere quelli che per la giustizia sono i responsabili della sua morte. Una verità processuale e una vicenda ancora avvolta da tanti dubbi e punti oscuri. A partire dal movente.

Condanne confermate

Per la Corte d'assise d'appello di Venezia non c'è dubbio: i fratelli Freddy e Debora Sorgato e l'amica amante Manuela Cacco hanno ucciso la segretaria di Albignasego facendone sparire il corpo. I giudici del secondo grado di giudizio abbracciano la tesi del pubblico ministero padovano Giorgio Falcone: il trio ha premeditato il delitto, ciascuno aveva un motivo per volere Isabella morta e hanno portato avanti il loro piano criminale con spietata lucidità. Lo si evince dalle motivazioni pubblicate a fine anno dopo la conferma delle condanne lo scorso 9 ottobre. Gli assassini restano in carcere (Freddy e Debora condannati a 30 anni, Manuela a 16 anni e 10 mesi), intanto il corpo non si trova.

Morto per cercare la verità

In tre lunghi anni di ricerche un'altra vittima si è aggiunta al dramma. Rosario Sanarico, 52enne napoletano in forza ai sommozzatori della polizia, è morto risucchiato dalle acque del Brenta mentre cercava il cadavere della donna a un mese dalla scomparsa, il 19 febbraio 2016.

Lo strazio della famiglia

Una tragedia nella tragedia che rende ancora più pesante il fardello sulle spalle della famiglia di Isabella, che dopo tre anni lotta come il primo giorno per scoprire la verità. La prima domanda di mamma Ofelia dopo la condanna in secondo grado, seguita dal fratello Paolo, è stata: «Hanno detto dove l'hanno buttata?». Domanda che per il momento non trova risposta. Il mutismo dietro cui si sono trincerati gli assassini conferma, per la Corte, la loro colpevolezza.

Nuovi scenari

Nessuna arma del delitto, nessun corpo. Eppure per i giudici i responsabili sono loro. A inchiodarli ci sarebbero le scuse accampate da Freddy, la messinscena in piazza dei Signori con la Cacco a simulare l'allontanamento volontario, le immagini delle auto dei Sorgato quella notte, le intercettazioni telefoniche. Tutte prove di un disegno premeditato. Per la giustizia e la famiglia Isabella è morta quella notte, vittima della gelosia di Manuela, del rancore e dell'avarizia di Debora, dell'esasperazione di Freddy vessato dalle tante donne della sua vita. La villetta dell'autotrasportatore andrà all'asta a febbraio. Quello che è considerato il teatro dell'omicidio non potrà fornire ulteriori risposte. Solo il ritrovamento del cadavere potrebbe segnare la svolta.

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